Dottor Targhetta, quali sono i dati principali emersi dallo studio realizzato da Pria (Progetti di ricerca e innovazione in agricoltura*) con il supporto del Dipartimento di economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia?
“Il dato rilevante è che l'80% delle imprese intervistate, in tutto 130, è interessato a svolgere attività di ricerca e innovazione. Inoltre l'indagine ha evidenziato come l'innovazione sia strettamente legata all'uso delle nuove tecnologie e in particolare l'informatica e internet”.
Qual è il rapporto tra agricoltori e informatica?
“L'80% degli intervistati usa il computer per la gestione aziendale, mentre il 61% di chi non lo usa ha in programma di farlo. L'informatica viene impiegata nell'84% dei casi a supporto della gestione aziendale e nel 70% per la contabilità”.
Per quali fini viene usato internet?
“Le aziende che hanno un proprio sito sono poche, appena il 42%, e ancora meno quelle che hanno un sito di e-commerce, solo il 34%. Mentre l'88% delle imprese usa internet a supporto delle proprie attività”.
Quali sono i benefici che chi intraprende percorsi di innovazione si aspetta?
“Il mondo moderno richiede sempre maggiore specializzazione. Se ci vogliamo aprire al mercato dobbiamo produrre alimenti sempre più sofisticati, penso alla nutraceutica. Ecco il senso di fare ricerca e innovazione ed ecco il senso di mettersi in rete con laboratori e università, ma anche con le aziende agroalimentari e col mercato”.
Come si stabilisce verso quali orizzonti si deve muovere la ricerca?
“La ricerca deve essere costruita sui bisogni del mercato. E' il consumatore che determina il successo di un prodotto. Accanto alla nutraceutica c'è ad esempio tutto il tema della sostenibilità. Oggi i consumatori ricercano prodotti sostenibili e solo con l'innovazione si può garantire un impatto ambientale limitato”.
Qual è l'identikit dell'azienda che fa innovazione?
“E' stata una sorpresa riscontrare che c'è una forte propensione all'innovazione nelle aziende situate al Sud. Ma non siamo riusciti a comprendere se è perché si parte da un livello più basso e quindi il gap da recuperare è ampio o se invece c'è effettivamente una maggiore propensione all'innovazione”.
Quanto conta il fattore generazionale?
“Tantissimo. Più riusciamo a portare le nuove generazioni alla guida delle imprese agricole, maggiore sarà l'attenzione al mondo della ricerca. I ragazzi portano nell'impresa una cultura nuova e una predisposizione al mondo digitale”.
Quali sono gli ostacoli all'innovazione?
“Sono principalmente due. Prima di tutto l'accesso ad internet. Nelle zone di campagna c'è una copertura scarsa se non assente che limita fortemente le possibilità delle imprese di mettersi in rete”.
Il secondo ostacolo qual è?
“Il trasferimento tecnologico dai laboratori ai campi. Spesso la ricerca non arriva all'agricoltore che ne avrebbe bisogno. Oppure che non risponda ai reali problemi delle aziende. Servirebbe un tavolo permanente di coordinamento tra i due mondi”.
* Pria Srl è una società che fornisce i propri servizi di consulenza al sistema agricolo, agroalimentare e agroindustriale nel campo della ricerca, dello sviluppo, dell'innovazione e del trasferimento tecnologico, con particolare riferimento alla programmazione e progettazione di iniziative dell'Unione europea, nazionali e regionali. Pria Srl nasce da una partnership tra Confagricoltura ed Euris.