In provincia di Bari produceva e commercializzava olive da tavola in una struttura precaria. E la Forestale gli sequestra oltre mezzo milione di chilogrammi di drupe in cattivo stato di conservazione. Sequestrata anche la struttura abusiva e denunciato il titolare.  

“Il sequestro di oltre mezzo milione di chilogrammi di olive da tavola è stato effettuato dal personale della Forestale del Comando Regionale per la Puglia e del Coordinamento territoriale per l’ambiente di Altamura - Parco nazionale dell’Alta Murgia e dal personale dell’Azienda sanitaria locale competente per territorio, in una azienda nel barese, nel corso di un’attività di controllo per la sicurezza e tutela dei prodotti agroalimentari" rende noto un comunicato del Corpo Forestale dello Stato emmesso nella mattinata di oggi.
 
 “Il provvedimento si è reso necessario poiché durante il sopralluogo è stato verificato che all’interno dell’azienda, in aperta campagna, erano in atto operazioni di lavorazione di olive ed in particolare di lavaggio, di snocciolatura e trattamento in salamoia di olive da tavola nonostante il provvedimento di cessazione delle attività e degli atti autorizzativi disposto da più di un anno dall’Asl, per le precarie condizioni igieniche sanitarie (ambienti, impianti ed attrezzature) dell’intero opificio" continua la nota del Cfs.
 
Inoltre, sempre secondo la Forestale, l’azienda avrebbe utilizzato acqua non potabile (emunta da un pozzo artesiano) per la lavorazione dei prodotti alimentari e a servizio dell’intera struttura. I prodotti alimentari detenuti nell’opificio  - all’interno dell’immobile e sul piazzale circostante - si sono presentati agli occhi degli uomini e delle donne del Corpo forestale in cattivo stato di conservazionesenza alcuna etichettatura e documentazione di tracciabilità. All’interno di alcuni fusti di olive è stata riscontrata la presenza di muffa diffusa, prodotto decomposto ed insetti.
 
Il titolare dell’azienda è stato denunciato all’autorità giudiziaria sia per la violazione delle disposizioni dell’Autorità Sanitaria, sia per la detenzione in cattivo stato di conservazione di prodotti alimentari ed è stato sottoposto a sequestro l’intero opificio.