L’Indice “core” dell’Ismea, calcolato per evidenziare la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dall’indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali, a novembre si colloca a 112,9, a conferma di una dinamica mensile negativa (-1,9%), anche se leggermente più attenuata rispetto a quanto evidenziato dall’indice complessivo. Il confronto su base annua segnala invece una tendenza deflativa più marcata di quella indicata dall’indice complessivo (-4,1% sul livello di novembre 2014).
Nel comparto vegetale fa segnare nel suo complesso un meno 6,9% sul mese precedente, su cui pesano in particolare le significative flessioni degli olii di oliva (-17,7%) e ortaggi (-16,8%), in un contesto non favorevole neanche per la frutta (-3,1%). Crescono su base mensile i cereali (+1,7%), i semi di soia (+3,8%) e i vini (+2,3%), consolidando la tendenza positiva emersa nella nuova campagna produttiva.
Per quanto riguarda la zootecnia chiude il mese con una nuova flessione dei prezzi all’origine dell’1,9%, dopo la parentesi rialzista del bimestre settembre-ottobre, a causa della caduta dei listini del bestiame vivo (-4%). Su base annua, l’indice elaborato dall’Ismea arretra del 2,3%, con flessioni di pari entità da parte del comparto vegetale che zootecnico.
In discesa gli olii di oliva, la frutta, i cereali e i vini, mentre nel confronto con novembre 2014, vedono salire le proprie quotazioni gli ortaggi e i semi di soia. A novembre, conclude il report di Ismea, la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l’intera annata 2015 risulta pari all’1,7%, mentre quella calcolata a partire dall’Indice core, si conferma negativa (-3,6%).