Una sfornata di cartelle pazze, soprattutto nella provincia di Taranto, era pervenuta agli agricoltori proprio nei giorni che avevano preceduto l’insediamento del presidente Michele Emiliano, che ad oggi conserva la delega ad interim per le Politiche agricole.
Al punto che, durante la prima giunta, tenutasi il 10 luglio proprio a Taranto, il vicepresidente della Cia del capoluogo pugliese, Raffaele Ignazi, aveva detto: “Il problema di stagione non è il caldo soffocante, ma i consorzi di bonifica, strutture obsolete ribollenti di debiti che continuano, anche in queste ore, a vessare le nostre aziende con l’emissione di ruoli che si fanno beffa degli accordi presi in sede di Tavolo tecnico regionale: urgono una nuova governance e patti chiari. Scaricare i costi dei consorzi sugli agricoltori, in tempi di Imu agricola, ci pare un inutile e ingiusto accanimento".
Il 17 luglio il presidente Michele Emiliano aveva preso l’impegno di mettere sotto osservazione gli enti, molti dei quali sono per altro ancora commissariati, ma senza sospendere l’emissione delle cartelle esattoriali. “Vogliamo capire come rimettere in funzione il sistema dei servizi cui pertengono quei pagamenti - aveva detto Emiliano - ma l’elemento fondamentale è che quei contributi non sono pagamenti che la Regione può sospendere, e la legge impone ai consorzi di richiederli ai propri soci”.
Il giorno dopo, il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, in un corposo comunicato stampa faceva notare: "Bene la verifica delle cartelle esattoriali emesse dai Consorzi di bonifica disposta dal governatore Emiliano. Si accorgerà che i conti non tornano e che le cartelle andrebbero sospese per fare chiarezza sulla governance commissariale, risultata un assoluto fallimento, sia sul fronte della gestione finanziaria che del personale. Sono state emesse cartelle di cui non si comprendono ratio e sistemi di calcolo, mentre da anni aspettiamo che siano ufficialmente presentati i piani industriali. La totale assenza per il 2015 di nuove assegnazioni ai Consorzi di bonifica di contributi per le manutenzioni straordinarie renderà ancora più discutibile il calcolo dei ruoli di contribuenza".
Passano i giorni e le cartelle continuano ad arrivare. “Il famigerato contributo 630 richiesto in questi giorni dai Consorzi di bonifica che operano tra Costa Ionica e Salento, tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto è fermamente contestato dagli agricoltori – recita un comunicato stampa di Confagricoltura Taranto di ieri.
Confagricoltura Taranto prende posizione sul caso dei Consorzi di bonifica e dei costi esorbitanti dell’acqua per irrigazione, unendosi così all’azione di protesta intrapresa, parallelamente, dalle altre Unioni provinciali pugliesi.
“A centinaia di consorziati sono stati recapitati avvisi di pagamento di contributi consortili che hanno suscitato la loro immediata protesta, visto che le aziende agricole non hanno mai usufruito di benefici di qualsivoglia natura collegati al 'tributo 630 miglioramento fondiario' il cui pagamento è preteso, nello specifico, dal Consorzio dell’Arneo – spiega Carmine Palma, direttore di Confagricoltura a Taranto.
“I piani di classifica formulati dai Consorzi, che hanno stabilito quali territori fossero da assoggettare a tassazione, sono stati già impugnati nel 2012 da circa ottomila agricoltori salentini, brindisini e tarantini in adesione ad una mirata iniziativa di Confagricoltura – dice ancora Palma.
Il motivo del contendere, evidenziato già all’epoca dai ricorsi, è che nessun beneficio diretto e specifico i consorziati hanno mai ricevuto. “La Regione Puglia, a fronte di tale inaccettabile stortura, che perdura da anni, nulla finora ha deciso per affrontare e risolvere il problema – dice Palma.
I Consorzi, del resto, hanno il dovere giuridico di imporre i contributi, ma solo in presenza del presupposto che vi sia un beneficio effettivo, diretto e specifico del fondo servito e ciò deve comportarne un aumento del valore fondiario.
Confagricoltura Taranto sta chiedendo in queste ore agli agricoltori di fornirle tutta la documentazione riguardante le cartelle pazze: “Ogni singolo caso ha dei tali caratteri di originalità – spiegano in Confagricoltura – che non è neppure ipotizzabile avviare una class action contro i Consorzi di bonifica”.