Un anno difficile il 2014. Ma che ha chiuso con il bilancio in attivo. Ieri mattina, nella sede di Granarolo Emilia, provincia di Bologna, si è svolta l’Assemblea dei soci di Araer, l'Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna, alla quale hanno partecipato il presidente, Maurizio Garlappi, il direttore Claudio Bovo, il presidente dell’Associazione italiana allevatori, Pietro Salcuni e l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli. L'appuntamento annuale non è stato solo il momento dell’esposizione dei numeri che hanno prodotto il documento contabile, ma anche l’occasione per un approfondimento, tra i soci presenti, di come Araer negli ultimi due anni ha saputo riorganizzarsi, trasformandosi da semplice sede che gestiva solamente il laboratorio di analisi a fornitore di servizi a 360 gradi per supportare l’attività degli allevatori.

Molta strada resta ancora da fare – ha dichiarato nel suo intervento il presidente Garlappi – ma il cammino percorso fin qui ci riempie di soddisfazione perché, pur davanti a una considerevole riduzione delle risorse finanziarie pubbliche messe a disposizione, siamo riusciti a dare vita a un nuovo modello di associazionismo: più efficiente, più moderno e decisamente più capace di stare al passo con i cambiamenti che stanno caratterizzando tutto il comparto zootecnico nazionale”. Una riorganizzazione che non è stata indolore e che nel corso della sua durata, dal 2013 alla fine del 2014, ha sancito la vera e propria svolta di Araer. “Il calo di iscrizioni che abbiamo registrato a inizio 2014 – ha sottolineato Garlappi – è stato quasi del tutto recuperato e sta prendendo sempre più forma quel percorso virtuoso che intende fornire all’allevatore nuovi strumenti di controllo di carattere sanitario per il suo bestiame”.

Ma per la zootecnia dell’Emilia Romagna il 2014 è stato un anno di grandi difficoltà, che rispetto all’anno prima ha dovuto registrare una perdita in valore del 7%. “In pratica la Plv non ha superato 1.931milioni di euro, a fronte di 2.076 milioni del 2013è stato il commento del presidente – che corrisponde al 47,2% del valore totale dell’agricoltura regionale”. Nello specifico, il comparto del latte vaccino ha registrato nel 2014 una produzione pari a 1,921 milioni di tonnellate, con un aumento sul 2013 dell’1,3% e dell’8,7% rispetto al 2009. Per il comparto dei bovini da carne, pur registrando quotazioni abbastanza soddisfacenti per i prodotti più pregiati ma negative per quelli meno ricercati, l’ultimo quinquennio ha dovuto incassare un calo produttivo di oltre il 6%.

Note dolenti anche per la suinicoltura, che in termini produttivi lo scorso anno ha toccato il livello più basso del secolo, a cui si devono aggiungere quotazioni ben al di sotto del costo di produzione. L’avicunicolo ha registrato, come nel 2013, una flessione produttiva e il settore delle uova ha mostrato nel 2014 un moderato recupero sull’anno precedente, mentre i prezzi hanno dovuto incassare quotazioni a -6,5%. Infine gli ovicaprini, che vede gli allevamenti caprini in leggero aumento, mentre la situazione della carne ovina marca un calo della produzione del 28% e del 5,6% per quanto riguarda i prezzi.

La riorganizzazione di Araerha affermato l’assessore Simona Caselli è lì a dimostrare che anche in situazioni di difficoltà è possibile riprogettare e realizzare un modello che credo dovrebbe essere preso ad esempio da molte altre regioni dove la zootecnia, come in Emilia Romagna, rappresenta una voce importante dell’economia. Sarebbe anche questo un modo per disinnescare quella negatività che sta sempre più prendendo piede nei confronti degli allevamenti intensivi e che ignora, non so se più o meno volutamente, quanto il settore zootecnico sia invece portatore di innovazione, ricerca, tutela del territorio”. Il presidente Aia, Pietro Salcuni, ha infine dichiarato: “L’impegno di Aia per la riorganizzazione regionale delle Ara è totale e quanto ha saputo fare l’Araer testimonia la capacità del sistema allevatori. I numeri parlano e il nostro supporto tecnico non può prescindere da un’analisi puntuale di quei dati che dimostrano il valore di un comparto produttivo”.