La fregola, tipica pasta di semola sarda, disponibile in varie dimensioni, prodotta per "rotolamento" della semola entro un grosso catino di coccio e tostata in forno, diventa bio, grazie a grano duro sardo ottenuto da agricoltura biologica e punta a conquistare un mercato che nel giro di pochi anni ha triplicato la propria domanda.

"BioFregola" è pronta ad approdare sulle tavole di tutto il mondo. La sperimentazione finalizzata allo sviluppo di un nuovo prodotto è stata portata a termine grazie alla misura 124 del Programma di sviluppo rurale della Sardegna 2007-2013 e ha dato ottimi risultati. Il progetto di ricerca, del quale è capofila il pastificio "I cagliaritani" e di cui sono partner l'"Azienda agricola Turra", la società di consulenza "Albatros" e il Consiglio nazionale delle ricerche, è stato presentato recentemente nella sede dell'Area di ricerca di Sassari.

"Si tratta di un esperimento di rilevanza internazionale, perché il tentativo è di individuare metodi di coltivazione e di trasformazione che, pur andando nella direzione della sostenibilità, possano stare sul mercato in maniera competitiva", spiega Andrea Prato per Albatros. Gianni Re, uno dei ricercatori del Cnr di Sassari che ha seguito da vicino il progetto dice: "l'introduzione della coltura del frumento è una valida opportunità per ottenere reddito integrativo attraverso il reimpiego in azienda dei residui di produzione, e questo dà molte chance alle aziende estensive". E la granella ottenuta, assicura il ricercatore, "è ottima per la realizzazione di alimenti biologici e di qualità".

Gianpaolo Siotto, ingegnere e consulente del Cnr, che si è occupato degli aspetti meccanici e industriali della produzione di "BioFregola", sottolinea come "il prodotto ottenuto sarà competitivo sul mercato grazie alla progressiva automazione di tutte le procedure di preparazione, e in più conterrà un plusvalore in termini di qualità e di originalità". Soddisfatti anche gli imprenditori che per primi hanno scommesso sul progetto. "Grazie alle rotazioni studiate e sperimentate negli anni, oggi fare agricoltura biologica inizia ad avere senso anche in termini economici - spiega Salvatore Turra - dopo quindici anni di scommesse e di non grandi riscontri a livello commerciale siamo contenti di aver collaborato a questo progetto".