In un recente convengo tenutosi proprio a Giugliano, territorio martoriato dalle discariche, alla presenza del viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero, è stato presentato un progetto di ampliamento del comprensorio irriguo del Consorzio di bonifica e irrigazione del Basso Volturno, che dovrebbe portare l’acqua del più grande fiume dell’Italia meridionale proprio in questo territorio. Costo del primo lotto di lavori: 21 milioni di euro, con i quali costruire una nuova opera di presa sul Volturno ed un nuovo acquedotto irriguo primario, secondario e terziario. Fondi disponibili, quelli dell’Ex Agensud.
"Sarà acqua pura quella che arriverà nelle campagne", assicura Nicola Manna, presidente del Consorzio. "A causa della falda contaminata conviene", aggiunge Mario De Biase, commissario straordinario di governo per le bonifiche in Campania. Il progetto prevede una spesa totale di 98 milioni di euro ed un ulteriore allargamento dell’utenza irrigua del Consorzio del Basso Volturno. Il viceministro Oliverio ha sottolineato la bontà del progetto.
Attualmente, il Consorzio di bonifica e irrigazione del Basso Volturno, con sede a Caserta, irriga appena 8000 ettari in un comprensorio irriguo vastissimo, pur potendo contare su una concessione assentita di prelievo di ben 23 metri cubi d’acqua al secondo dal fiume Volturno. Gli impianti di sollevamento esistenti in riva sinistra hanno una potenzialità di circa 5 metri cubi al secondo. E neppure del tutto sfruttata, al punto che in due gare di appalto, recentemente aggiudicate, mediante i lavori delle quali si completeranno e rifunzionalizzeranno opere irrigue in sinistra Regi Lagni per ulteriori 1402,85 ettari, non è stato necessario adeguare l’impianto di sollevamento esistente appostato in sinistra del fiume Volturno.
E da quanto emerso durante il convegno sembra che le ulteriori necessità della provincia di Napoli in fatto di irrigazione potranno essere ancora coperte dalla stessa concessione di 23 metri cubi al secondo. Ma non mancano le critiche, come quella di Alessandro Cannavacciulo, il figlio del pastore di Acerra morto per la diossina: "Questo progetto - dice - è una cosa vergognosa. Prima di tutto perché non è stato mai detto, sia dalla Regione Campania che dai ministeri dell'Ambiente e della Salute, che c'è un'emergenza per la falda acquifera. Inoltre qui ad Acerra già sono stati spesi 5 milioni di euro per realizzare due pozzi pilota per la depurazione della falda. Pozzi che però non sono mai entrati in funzione. E poi un progetto del genere non risolve, ma accantona solo il problema dell’inquinamento della falda".