Ma il rilancio dell’oro bianco della Campania, del Basso Lazio, dell’Alta Puglia e del basso Molise passa soprattutto dal superamento di alcuni annosi problemi del comparto, che recenti provvedimenti legislativi hanno avviato a soluzione con la tracciabilità di filiera. Mentre si attende ancora uno strumento per superare la crisi del prezzo del latte di bufala alla stalla.
Corrado Martinangelo, della segreteria particolare del ministro Maurizio Martina, presiede il Tavolo nazionale della filiera bufalina, e dichiara oggi ad AgroNotizie: ”Entro fine aprile terremo il terzo incontro al Tavolo nazionale della filiera bufalina presso il Mipaaf, dove effettueremo il secondo monitoraggio sul nuovo sistema di tracciabilità della filiera bufalina e aggiorneremo l’agenda per lo sviluppo della filiera, a partire dalle opportunità offerte dalla nuova Ocm latte con la possibilità di costituire OP tra allevatori bufalini, al fine di sostenere il prezzo del latte bufalino.”
A spegnere qualche entusiasmo è Ernesto Buondonno, ai vertici della Federazione nazionale di prodotto allevamenti bufalini di Confagricoltura: ”Notiamo una certa insistenza da parte del Consorzio di Tutela sulle modifiche al disciplinare di produzione della mozzarella di bufala campana, ma restiamo convinti che su tutto deve avere priorità il buon funzionamento della rintracciabilità del latte”. Per Buondonno, inoltre: “Il nodo cruciale è capire come stia realmente funzionando il sistema, atteso che tutti i caseifici che producono mozzarella Dop non caricano direttamente i dati sul sistema del Mipaaf, ma pervengono a questo tramite il DQA, l’organismo di certificazione della Dop, che a nostro avviso non è ancora molto puntuale nella trasmissione dei dati”.
Sul tappeto il problema prezzi: ”Ancora si registrano prezzi da saldo per il latte di bufala certificato per la Dop Mozzarella Campana – lamenta Buondonno, che sottolinea - a Caserta, e siamo a pochi giorni dall’inizio della fase estiva, quando il latte alla stalla dovrebbe costare di più, un chilogrammo di latte passa di mano tra i 90 centesimi ed un euro e 10.” Martinangelo, alla fine di gennaio, al termine del secondo incontro del Tavolo nazionale di filiera aveva dichiarato: “Modifiche al disciplinare della mozzarella di bufala campana e prezzo del latte di bufala devono camminare insieme, dalle prime devono scaturire le risorse per aumentare il prezzo del secondo.”
Il Tavolo nazionale della filiera bufalina presso il ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali è stato costituito nello scorso autunno e a dicembre ha affrontato il tema della iscrizione di caseifici, allevamenti bufalini ed intermediari di latte alla piattaforma informatica “Tracciabilità della filiera bufalina” frutto del Decreto ministeriale che disciplina la materia normata dall’articolo 4 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91 (Decreto Competitività).
A fine gennaio, quando il Tavolo ha effettuato il primo monitoraggio, in area Dop risultavano iscritti 90 caseifici su 104, ben 60 soggetti intermediari, mentre gli allevamenti che si erano rivolti alla piattaforma informatica erano oltre 2400. Attualmente, e per altri 17 mesi, gli allevatori sono dispensati dall’utilizzo del lattometro per misurare i quantitativi di latte inviato ai caseifici, ma devono avvalersi della consulenza dell’Aia per determinarli in via presuntiva.
Il gruppo di lavoro tecnico, costituito in seno al Tavolo nazionale della filiera bufalina, elaborerà le proposte che saranno prima sottoposte alle organizzazioni agricole e poi al Tavolo Nazionale, che sarà il soggetto che deciderà il destino della mozzarella di bufala campana Dop e di tutta la filiera bufalina italiana. Il primo oggetto all’esame del tavolo tecnico sarà il Disciplinare di produzione e saranno prese in esame le proposte di modifica del Consorzio di tutela, formulate quasi tre anni fa, che saranno verificate alla luce della nuova normativa comunitaria sulle Dop e Igp.
La seconda priorità che sarà affrontata dal gruppo di lavoro tecnico è quella del prezzo del latte di bufala in area Dop alla stalla. Per quanto è dato sapere, il Mipaaf aveva in progetto uno schema di contratto triennale per l’area Dop, che renda il latte bufalino remunerativo per gli allevatori, mentre è allo studio una selezione delle modifiche al disciplinare di produzione della pasta filata campana sulla base della maggiore redditività per i caseifici.