L’interscambio tra Italia e Libia, anche se in calo, ha superato nettamente i 6,5 miliardi nel 2014 con le importazioni che hanno raggiunto i 4,5 miliardi e le esportazioni che sono superiori ai 2 miliardi di euro.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dopo la decisione del governo libico di "rivedere tutti i contratti con le aziende straniere ed escludere le compagnie turche dalla possibilità di operare nel Paese".

Nonostante rispetto allo scorso anno le importazioni siano praticamente dimezzate (-48 per cento) e le esportazioni siano calate del 19 per cento, la Libia rimane un partner commerciale importante per l’Italia dove sono oltre 1500 le imprese coinvolte nell’export.
Dalla Libia – precisa la Coldiretti - si importano soprattutto petrolio e minerali e manifatturiero mentre si esporta manifatturiero, con una forte crescita negli ultimi anni per l’agroalimentare, anche se l’instabilità politica ha tagliato del 25 per cento le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani nel 2014.
Lo scorso anno il valore del made in Italy agroalimentare esportato in Libia è sceso bruscamente ad un valore attorno a 160 milioni di euro che rappresenta comunque una componente importante dell’export complessivo.

Per motivi culturali e religiosi sono praticamente nulle le esportazioni di vino, formaggi e salumi mentre l’ortofrutta è il prodotto alimentare italiano più richiesto con una valore delle esportazioni attorno ai 50 milioni di euro nel 2014, in calo del 22 per cento rispetto all’anno precedente.

La situazione è precipitata nel 2015, come conferma la cooperativa Fruit Modena Group che ha interrotto le esportazioni di pere in Libia da alcune settimane, per i rischi nei pagamenti e l’incertezza che regna sul quel mercato che in passato è stato molto promettente. Preoccupazioni per il futuro riguardano anche le esportazioni di conserve di pomodoro che sono state pari ad oltre 40 milioni di euro e sono rimaste pressoché stabili nel 2014 (-0,2 per cento). Il Consorzio Casalasco del Pomodoro di Cremona ha spedito nel maggio 2014 l’ultimo carico di Pomì e Gusto d’Oro in Libia, poi l’instabilità del paese ha impedito ulteriori rapporti di scambio commerciale che erano stati avviati nel 2013. Tiene l’export di caffè che è rimasto stabile attorno ai 3 milioni di euro mentre un drammatico calo si è registrato per le spedizioni di pasta made in Italy che sono crollate dell’84 per cento ed ammontano ad appena 2 milioni di euro nel 2014.

"La guerra in Libia - sostiene la Coldiretti - ha interrotto bruscamente il trend di forte crescita che avevano registrato le esportazioni di prodotti agroalimentari made in Italy a partire dal 2008, in forte controtendenza rispetto alla crisi".