Nel comparto lattiero-caseario il mercato resta depresso e i valori andranno ad assestarsi sui bassi livelli raggiunti. Non si esclude al contrario un progressivo recupero dei prezzi del burro, ma solo per fattori stagionali, mentre il resto delle produzioni, ad iniziare dai formaggi grana, non dovrebbero subire particolari scossoni. Per quanto concerne la materia prima, a gennaio Ismea rileva ancora una caduta del prezzo del latte crudo alla stalla che da 36,95 euro/100 litri di dicembre è sceso a 36,50 (-1,2%).
Situazione ancora molto pesante per le carni suine, in un mercato che continuerà presumibilmente a subire forti interferenze dall’estero. Si stima che sui circuiti europei i vuoti lasciati dall’embargo russo, mercato in cui l’Ue destina annualmente il 23% delle sue esportazioni, abbiano determinato un’offerta aggiuntiva di quasi 330mila tonnellate. Il calo dei prezzi dei principali produttori Ue ha dato una spinta alle importazioni italiane di tagli suini che nell’ultimo anno sono cresciute dell’8% (dato riferito ai primi 11 mesi del 2014).
Il quadro zootecnico si completa con un mercato dei bovini che dovrebbe mantenere l’andamento stagnante delle scorse settimane e con un comparto avicolo che già da marzo potrebbe al contrario beneficiare di qualche miglioramento sul fronte dei prezzi. Resta invece fortemente critico il comparto dei conigli, che denuncia anche difficoltà di tenuta sul piano della redditività.
Relativamente alle produzioni vegetali, le condizioni restano negative sul mercato dei cereali. Ismea segnala in particolare un ulteriore indebolimento del grano duro, in un momento di forte esposizione alla pressione dei frumenti canadesi. Pertanto, non è da escludere, da qui a fine mese, ancora una correzione al ribasso dei valori, dopo i forti rincari dei mesi scorsi. Per il resto delle produzioni, la situazione resta caratterizzata da una scarsa tenuta delle quotazioni del frumento tenero e dei cereali foraggieri (in particolare mais e orzo), anche a seguito dell’ulteriore rafforzamento delle previsioni sui raccolti mondiali, mentre i listini del riso mantengono e continueranno presumibilmente a registrare un trend positivo.
In quanto ai vini, non si esclude che anche questa settimana il mercato possa scontare le condizioni di difficoltà riscontrate in alcuni sbocchi significativi, dove al momento si riscontrano forti condizionamenti da parte dell’offerta spagnola. Anche per gli oli di oliva il mercato sembra in questa fase seguire la scia di Madrid, ma in questo caso positivamente, dal momento che gli ulteriori aumenti attesi sui prezzi dei lampanti stanno avendo ripercussioni sull’intero circuito dei raffinati anche in Italia.
Mercati a due velocità per i prodotti frutticoli, con situazioni di forte difficoltà di collocamento per le mele, pressate anche da un’offerta abbondante in Italia e nel resto d’Europa. I problemi principali si stanno però verificando sul fronte delle esportazioni nell’intera area del Nord Africa, dove l’escalation bellica in Libia ha sottratto un importante sbocco alle produzioni nazionali, dal momento che Tripoli rappresenta il secondo mercato extra Ue e il quarto nel complesso (nel ranking del 2014). Difficile anche la situazione in Egitto, diventato primo mercato extra Ue e secondo in assoluto per le mele italiane. Tutto lascia pertanto presupporre che la situazione non possa migliorare nei prossimi giorni.
Sul mercato del kiwi le pressioni concorrenziali da parte della Grecia dovrebbero rapidamente attenuarsi lasciando di fatto il mercato in mano prevalentemente agli operatori italiani, anche in considerazione di un’offerta cilena più scarsa rispetto alle attese. Tali condizioni prefigurano un epilogo di campagna favorevole soprattutto al prodotto nazionale.
Mercato regolare per le pere, mentre la situazione resta pesante nel comparto agrumi, con le arance che scontano in generale una scarsa recettività da parte della domanda. Si ritiene che anche questa settimana il quadro non subisca mutamenti.
Tra gli ortaggi, si segnala un primo assestamento al ribasso dei prezzi sul mercato delle zucchine, connotato finora da aumenti considerevoli che hanno triplicato i valori alla produzione rispetto a quelli di un anno fa. Tale condizione si è riscontrata a seguito di una forte variabilità climatica che ha reso discontinua e spesso carente l’offerta del prodotto di serra. È probabile che questa situazione possa adesso rientrare e riallineare progressivamente i valori a quelli di stagione.
Esordio sottotono infine per i carciofi, con l’entrata in produzione delle varietà romanesca in arrivo da Lazio e Campania.
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Fonte: Ismea