Comprendo che il ministro Maurizio Martina si dichiari molto soddisfatto dell’esito del Consiglio informale dei ministri agricoli dell’Unione europea, conclusosi ieri a Milano, ma mi permetto di condividere a metà le sue valutazioni”. Frena l’entusiasmo l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, “perché se da un lato può dirsi positivo, ma evidentemente un po’ scontato, un documento che condanna la povertà e punta a ridurre lo spreco alimentare e suggerisce di muoversi nella direzione di una Pac più sostenibile e la ricerca di politiche migliori nella gestione delle risorse idriche e ambientali, dall’altro la risposta che il mondo agricolo si attendeva e che, meritoriamente, l’amico Martina sosteneva, non è arrivata”.

Mi riferisco in particolare ai 165 milioni di euro che l’Unione europea destinerà all’ortofrutta – prosegue Fava – e che l’Italia e altri Paesi avrebbero auspicato provenissero dal bilancio extra-agricolo, per evitare il corto circuito che le imprese agricole danneggiate da un embargo subito in via pressoché esclusiva, dovessero di fatto finanziare se stesse attraverso risorse già nella disponibilità del mondo agricolo. Ecco, se analizziamo con lucidità questo aspetto, non credo che vi siano gli estremi per dichiararsi contenti”.

L’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, auspica che “nel Consiglio Agrifish previsto per la metà di ottobre a Lussemburgo, si possa ridiscutere la posizione europea e fare in modo che le risorse a sostegno dell’ortofrutta vengano attinte da un capitolo di bilancio diverso da quello agricolo. In alternativa si potrebbe studiare la possibilità di creare un fondo anti-crisi, al quale attingere in caso appunto di emergenza”.