Di tutte le parole che oggi si spendono a profusione per raccontare, discutere, osannare, esaltare, denigrare, promuovere, vendere il cibo, Scaffidi ne ha scelte cento. Non mancano ovviamente le tre che compongono ormai il motto di Slow Food, ovvero “buono, pulito, giusto”, ci sono anche parole che costituiscono un vocabolario di tutti che esige però costanti approfondimenti, messe in discussione, che stimola domande e per questo aiuta a prendere coscienza di quanto il cibo e le nostre scelte quotidiane ad esso connesse siano essenziali.
Riflettere sulle parole genera consapevolezza, la possibilità di andare oltre l' “etichetta” perché il cibo non è solo un elenco di ingredienti più o meno genuini, nemmeno il bel piatto che si appronta in tv sotto i riflettori o che si porta semplicemente in tavola ogni giorno. Il cibo che ci nutre è soprattutto tutto quello che sta dietro e dentro quello che vediamo e assaporiamo o che descriviamo usando appunto parole. Il libro di Cinzia Scaffidi aiuta a fare proprio questo: a conquistare attraverso le parole, le esperienze e le riflessioni che necessariamente le accompagnano un pezzetto di libertà in più come consumatori, o meglio come “co-produttori”.
Alla presentazione di giovedì 17 luglio a Bologna dialogheranno con l'autrice Cinzia Scaffidi la docente di sociologia dei consumi e del processi culturali e comunicativi dell'Università di Bologna Roberta Paltrinieri, il presidente del gruppo di oltre mille agricoltori Alce Nero Lucio Cavazzoni e Stefano Mazzetti coordinatore nazionale dell’associazione Sprecozero.net.
Introduce Raffaela Donati, presidente Slow Food Emilia Romagna.
Seguirà un aperitivo anti spreco preparato da L’Ortica con i prodotti di Alce Nero, il marchio che riunisce oltre mille agricoltori, apicoltori e operatori Faitrade impegnati dagli anni 70 in Italia e nel mondo, nel produrre cibi biologici buoni, sani, frutto di un’agricoltura che rispetta la terra, e dei produttori del Mercato della terra Slow Food di Bologna.
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Fonte: Alce Nero