“Stiamo discutendo di uno dei gioielli dell’agroalimentare italiano, le cui caratteristiche organolettiche hanno proprietà alimentari e ricostituenti – ha spiegato Cova –. Tant’è che esportiamo quasi 10mila quintali di miele l’anno, poiché è apprezzato a livello mondiale, dall’Europa agli Stati Uniti e persino in India”.
Cova, veterinario, ha affrontato anche la questione della moria delle api: “Nel settore tutti riconducono le cause ai prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura, ma ci sono altri motivi e responsabilità. ?Tra l?e cause? vi sono le malattie infettive, poi alcuni parassiti, ?l’uso degli? antibiotici e i sulfamidici, di cui è vietato l’uso ?e che potrebbero interagire con i residui dei fitofarmaci?”.
La proposta di Cova e del Pd è, perciò, quella di “una collaborazione tra la parte sanitaria e quella tecnico agronomica, perché se fino a ora i controlli ricadevano solo e unicamente sotto il Ministero dell’Agricoltura, adesso deve essere anche quello della Salute a occuparsene. C’è poi l’urgenza di avere un’indagine epidemiologica fatta da veterinari esperti, il divieto dell’uso di antibiotici e sulfamidici? per evitare il ?pericolo di essere invasi da miele che viene da altre nazioni e di perdere questa eccellenza dell’agroalimentare italiano, una politica sanitaria ben precisa su questo tema? che ricerchi prevenzione e profilassi?. E la profilassi e la prevenzione devono essere effettuate da veterinari pubblici e liberi professionisti preparati in materia”.
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Fonte: Paolo Cova