Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha chiesto al commissario di Agea una relazione urgente con particolare riferimento alle modalità e al grado di efficacia con cui si è provveduto alla gestione del Sian, Sistema informativo agricolo nazionale, e alle motivazioni che avrebbero condotto all’aumento “della provvigione di altri 90 milioni di euro per il triennio 2014-2016” e una nota del Mipaaf sottolinea: "sarà posta in essere ogni iniziativa utile a garantire il rigoroso rispetto delle leggi".

Il presidente di Confeuro, Rocco Tiso, ha commentato: "La gestione del Sian usato dal ministero per le Politiche agricole, è emblematica della scarsa trasparenza tipica dell'Italia nell'erogazione delle risorse. I rapporti di potere alla base dell'amministrazione del potente strumento informatico – ha dichiarato Tiso –, soprattutto dopo alcune indiscrezioni della stampa e l'indagine della procura di Roma, lasciano diversi dubbi di legittimità ed evidenziano uno sperpero impressionante, grave soprattutto dinanzi alle difficoltà dell'agricoltura italiana, di denaro da poter usare in modo decisamente più proficuo. Colpisce – continua Tiso – la mancanza di chiarezza all'interno di una struttura così importante (gestisce 7 miliardi di euro all'anno di contributi europei) e la facilità con la quale, sarà poi la magistratura a stabilire se penalmente perseguibili, riescano a trovare spazio rapporti e nomine 'ambigui'".

Il numero uno di Confeuro ha inoltre sottolineato: "Il cambiamento più volte evocato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha oggi davanti a sé una prova importante: quella di resettare il Sian e di punire in maniera esemplare, qualora ci fossero, i responsabili e i corresponsabili di questo grave danno che da anni sta ricadendo sugli agricoltori italiani e sui cittadini. Perché si inauguri davvero la stagione del cambiamento – conclude Tiso – non basta cambiare qualche nome in altrettanti posti, ma serve, da parte del ministro Martina, una individuazione precisa delle responsabilità e delle complicità che in vent'anni hanno generato questa situazione e hanno contributo al degrado, non solo economico, ma anche culturale del Paese".