Lo chiedono le organizzazioni agricole riunite in Agrinsieme, in conseguenza dell’anomalo andamento climatico e al conseguente risveglio anticipato di circa 15-20 giorni delle principali colture in campo che si trovano ora esposte a forti rischi di danni da maltempo.
"Non s’è tuttavia ancora trovato un accordo tra i consorzi di difesa e le compagnie assicurative - riporta Agrinsieme - e ciò crea una situazione di stallo che impedisce che venga presa una decisione in tal senso. In un contesto generale di difficoltà economica, ciò risulta assolutamente preoccupante perché priva gli agricoltori di strumenti che consentano di salvaguardare il reddito delle imprese agricole”.
L’inusuale contesto climatico - caratterizzato da temperature decisamente elevate nei mesi di gennaio e febbraio con valori di quasi 4 gradi superiori alla media stagionale - sta sollevando non poche preoccupazioni nei produttori. Si teme infatti che nei mesi di marzo e aprile, questa sorta di primavera anticipata possa cedere il passo ad un ritorno dell’inverno o quanto meno ad un netto abbassamento delle temperature, con il rischio di pericolose gelate e inevitabili danni alle produzioni, soprattutto se in presenza di giovani frutti sulle piante.
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