L'inflazione crolla: il tasso medio annuo registrato dall'Istat per il 2013 è pari all'1,2%, in netta decelerazione rispetto al 3,0% del 2012 e tocca il minimo dal 2009. Nel mese di dicembre 2013, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,7% nei confronti di dicembre 2012 (lo stesso valore di novembre).

Il brusco calo dell'inflazione, sottolinea Coldiretti, è dovuto al crollo dei consumi delle famiglie: nel 2013 più di due italiani su tre (68%) hanno ridotto la spesa o rimandato l'acquisto di capi d'abbigliamento e oltre la metà (53%) ha detto addio a viaggi e vacanze e ai beni tecnologici (52%). L'organizzazione agricola sottolinea: "Una situazione provocata dalla recessione che  ha fatto scendere i consumi in Italia del 9% negli ultimi 5 anni toccando nel 2013 il livello più basso dal 1997". Le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea, relativi ai primi nove mesi dell’anno, rivelano che nel 2013 sono state tagliate le spese per l’alimentazione con una riduzione del 3,9%.

Anche la Cia, Confederazione italiana agricoltori, evidenzia il collegamento con il crollo dei consumi: "Nell’ultimo anno gli italiani hanno speso in media il 60% del loro reddito mensile soltanto per affrontare le spese obbligate, tra tasse, utenze domestiche e mutuo per la casa - afferma la Cia - con la conseguenza di dover tagliare su tutto il resto: c’è stata una riduzione di circa 2,5 miliardi di euro per l'acquisto di alimentari e bevande". La Confederazione spiega che, nel dettaglio, le famiglie oggi comprano meno pesce (-3,4%) e ancor meno carne rossa (-3,9%), così come meno latte (-2,7%) e ortofrutta (-2%). L’uso dell’olio extravergine d’oliva cala dell'8,8% e inizia a perdere terreno anche la pasta (-1,2%); resistono invece le uova che segnano +1,8%. La Cia rimarca il cambio delle abitudini degli italiani e le modalità di fare la spesa: "Per risparmiare il 65% delle famiglie compara i prezzi con molta più attenzione; il 53% gira più negozi alla costante ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali; il 42% privilegia i 'formati convenienza'; il 32% abbandona i grandi brand per marche sconosciute e prodotti di primo prezzo e il 24% ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi della cucina".

Il diffuso impoverimento delle famiglie è ricordato inoltre da Copagri che cita i dati Istat: "circa un quarto della popolazione italiana vive in condizioni di disagio economico, dato che diviene ancora più pesante con una percentuale del 40% nel Mezzogiorno. Tale disagio si aggrava particolarmente per 8,6 milioni di persone, il 14,3% degli italiani e il doppio rispetto a soli due anni fa".