Per quanto riguarda, in particolare, l'andamento dei fatturati, Ismea stima un aumento di oltre il 2% del valore alla produzione, che ha raggiunto nel 2012 i 7 miliardi di euro grazie soprattutto alle vendite all’estero. Il giro d'affari al consumo si è invece attestato a 12,6 miliardi di euro (+5% su base annua), di cui circa 9 realizzati sul mercato nazionale.
Più in dettaglio, spicca il balzo in avanti del fatturato alla produzione e al consumo degli ortofrutticoli (rispettivamente +25% e +22%), mentre per i formaggi il giro d’affari alla prima fase di scambio ha registrato una lieve crescita (+1% circa) a fronte dell’incremento di oltre il 6% del valore ai prezzi finali. Per i prodotti a base di carne le elaborazioni Ismea indicano risultati in linea con il 2011 in termini di valore alla produzione e superiori di circa l’1% per il consumo. All’ottima performance delle carni fresche (+23% alla prima fase di scambio e +13% a prezzi finali) si contrappone, infine, la flessione degli oli extravergini (rispettivamente -4% circa e -9%).
Sul fronte produttivo, l’intero comparto nazionale delle Dop e Igp è cresciuto in termini quantitativi di oltre il 5% nel 2012, grazie in particolare al buon contributo di ortofrutticoli, cereali e formaggi.
Per quanto concerne l’export, oltre un terzo del made in Italy certificato (circa 418 mila tonnellate) ha preso nel 2012 la via dell’estero. Un quantitativo in lieve flessione rispetto all’anno precedente (-1% circa), per un controvalore di circa 2,5 miliardi di euro.
“Guardando i numeri - ha spiegato il presidente dell’Ismea, Arturo Semerari - è evidente che il sistema qualità nell’agroalimentare continua a dare i suoi frutti, preservando i redditi dei produttori e premiando soprattutto gli sforzi, anche in termini di maggiori costi, legati all’appartenenza a un circuito certificato che si dimostra premiante anche nelle fasi cicliche negative, come quella attuale. Buona la performance all’estero, con l’export che ha fatto registrare l’anno scorso una crescita di circa il 5% del giro d’affari. Inoltre il mercato domestico per l’insieme dei prodotti Dop e Igp ha fatto segnare nel 2012, in un’annata cioè di forte recessione per l’intera economia nazionale, una sostanziale tenuta. Un risultato che appare comunque significativo e incoraggiante se si considera che in altri ambiti, compreso quello alimentare al di fuori dei marchi tutelati, il mercato interno ha accusato una dinamica più sfavorevole”.
“Continuiamo a rilevare - ha proseguito Semerari - una forte concentrazione del fatturato su poche denominazioni, con circa l’84% del valore della produzione riconducibile alle prime 10 Dop-Igp. Il fenomeno appare però meno accentuato rispetto a qualche anno fa, seppure in un comparto che mostra asimmetrie ancora evidenti sia nei potenziali di produzione che nei valori di mercato”.
L’abstract del rapporto con i numeri salienti è disponibile su IsmeaServizi cliccando qui.
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Fonte: Ismea