Lanciata dall’Esecutivo di Bruxelles giovedì 21 novembre, la proposta sarà analizzata dal Parlamento europeo entro la fine della legislatura a maggio 2014 e ricadrà poi sul tavolo del Consiglio durante il semestre di presidenza italiana, a partire da luglio del prossimo anno. L’obiettivo è renderla operativa entro il primo gennaio 2016.
Verso i 200 milioni di euro nel 2020 per la promozione agroalimentare
In un periodo di crisi economica, Bruxelles punta sull’alimentare per trainare la ripresa. D’altronde, con circa il 18% delle esportazioni e il 20% delle importazioni mondiali, l’Unione europea può rivendicare, seguita dagli Stati Uniti, il primo posto sia come esportatore sia come importatore di prodotti agricoli. In termini assoluti, 114 miliardi di euro, due terzi dei quali corrispondenti a prodotti di alta qualità.
Così la Commissione europea, per sponsorizzare i nostri prodotti nel mondo, propone di aumentare la dotazione finanziaria da 61 milioni di euro nel 2013 a 200 milioni nel 2020.
Approccio multi-Paese e procedure di selezione semplificate
Non è solo una questione di budget, perché a cambiare sarebbe anche l’approccio concettuale, nonché il processo di valutazione dei prodotti da promuovere.
Innanzitutto, Bruxelles spinge perché diversi Paesi si mettano d’accordo per presentare dei piani di promozione comuni, di prodotti diversi, da sponsorizzare congiuntamente sullo stesso mercato. Un vino italiano si potrebbe così sposare con del formaggio francese in un pacchetto da presentare sul mercato giapponese, mentre un nostro formaggio potrebbe essere accomunato a un salume spagnolo per allettare i consumatori cinesi.
Anche la procedura di valutazione delle campagne di promozione verrebbe snellita: se oggi si svolge in due passaggi, con una prima selezione a livello nazionale e una seconda a livello comunitario, il tutto due volte all’anno, l’idea è che nel futuro ci dovrebbe essere una sola selezione annuale, sotto responsabilità della Commissione europea, che farà appoggio all’Agenzia Ue per l’alimentazione, la salute e i consumatori con sede a Lussemburgo. Per stimolare questo nuovo approccio multi-Paese, Bruxelles propone di aumentare la partecipazione finanziaria comunitaria dal 50% al 60%, portando così al 40% il contributo nazionale.
Su quali mercati punta l’Europa?
Ben tre quarti dei fondi per la promozione sarebbero destinati al mercato mondiale, contro un 25% dedicato a quello interno. Bruxelles pensa soprattutto a quelle aree emergenti dove la richiesta di prodotti di qualità è in continuo aumento e che saranno individuate con un’analisi di mercato dettagliata. Target potenziali saranno anche i Paesi con cui è stato dato il via a trattative per accordi di libero scambio, come Stati Uniti e Giappone.