"E' improrogabile un piano nazionale per ridurre il consumo di suolo che contrasti l'urbanizzazione selvaggia e promuova la valorizzazione delle aree agricole. Un terreno agricolo abbandonato, si sa, è più sensibile a fenomeni di dissesto idrogeologico e l’Emilia Romagna non può più attendere: circa un terzo del territorio collinare e montuoso in regione è interessato da eventi franosi”.

Parole del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Guglielmo Garagnani, nell'esprimere soddisfazione per l'accelerazione del Ddl sulla difesa del suolo come annunciato dal premier Enrico Letta. Le parole di Garagnani giungono nei giorni in cui un'ondata di maltempo ha messo in evidenza le fragilità idrogeologiche del territorio italiano.

Il rischio – precisa Garagnani - è quello di ritrovarsi tra cinquant'anni con una perdita di superficie agricola non più recuperabile, se non attraverso costi troppo onerosi per l'intera società".

L’aggressione indiscriminata nei confronti delle aree più fragili, collinari e pedecollinari, spesso teatro di una rete viaria sovradimensionata e atta a inseguire insediamenti residenziali e produttivi mal programmati, ha determinato ferite estetiche in zone a forte connotazione turistica e danni incalcolabili all'equilibrio antropico soprattutto per la componente agricola" spiega Garagnani, citando come esempi lo sminuzzamento della proprietà con creazione di reliquati incoltivabili e abbandonati; impermeabilizzazione delle aree di ricostituzione delle falde sotterranee; danneggiamento del reticolo di scolo senza alcun rispetto per l'equilibrio raggiunto nei secoli e, infine, in termini più generali," la continua sottomissione dell'agricoltura alle altrui necessità, proprio quell’agricoltura che purtroppo si è ridotta nel tempo a mero esercizio domenicale, conveniente solo alle sagre paesane".