"I danni all'agricoltura sono ingentissimi". E' il grido d'allarme della Libera associazione agricoltori cremonesi dopo il nubifragio accompagnato da una violenta tromba d'aria che si è abbattuto il 13 luglio nella bassa bresciana e nell'area sud occidentale della provincia di Cremona, in particolare nella zona compresa tra le vie Mantova e Giuseppina.
L'associazione riporta che migliaia di ettari di coltivazioni sono andati distrutti: in particolare mais, erba medica ed altre colture foraggere insieme alla barbabietola, coltura tipica del Casalasco. E' grandissima la preoccupazione degli agricoltori che vedono seriamente compromesso il loro raccolto e degli allevatori che vedono ridotte le scorte e le possibilità di alimentare il bestiame da latte e da carne i suini allevati. Coldiretti Lombardia riporta che vento, pioggia e grandine hanno devastato stalle, divelto tetti e raso al suolo interi raccolti di mais, soia, cereali, foraggi, pomodori, frutta e ortaggi.

Ad una prima stima dei danni subiti dall'agricoltura cremonese si parla di circa 25-30mila ettari colpiti per un danno medio ad ettaro di almeno tremila euro, per un totale di circa 90 milioni di euro di danno per le sole colture. Se si considerano i danni per le strutture si superano abbondantemente i 100 milioni di euro di danno. Danni per decine di milioni anche nella bassa reggiana.

Il nubifragio segue a distanza di poche settimane le abbondanti piogge che avevano impedito la semina del mais fino a giugno inoltrato.
"Dopo la richiesta dello stato di crisi annunciato dalla Regione Lombardia in seguito a quegli eventi si fa sempre più pressante il riconoscimento dello stato di calamità che la Regione aveva già chiesto al governo - riporta l'associazione cremonese - Venerdì è previsto un incontro a Cremona con il presidente della Lombardia Roberto Maroni e l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava. Per allora la Libera associazione agricoltori cremonesi presenterà loro la quantificazione dei danni nel dettaglio causati dal nubifragio.
Gli agricoltori, qualora non lo avessero già fatto, sono invitati a presentarsi presso gli uffici centrali e periferici della associazione per la quantificazione e la denuncia dei danni subiti"
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Anche Coldiretti Lombardia sottolinea l'importanza dello stato di calamità: "Già questa primavera fredda e le piogge intense hanno ritardato fino a due mesi le semine riducendo anche del 40% le previsioni di resa su mais, orzo, cereali, ortaggi e frutta - ha detto il presidente Ettore Prandini - Questa tempesta perfetta ha finito il lavoro e compromesso in modo definitivo la situazione. Adesso è più che mai urgente che venga concesso lo stato di calamità".