Le somme le ha tirate la Coldiretti di Verona, che per la propria Provincia parla di danni alla fonte agricole per un minimo di 250 e un massimo di 350 milioni di euro. Senza contare l’indotto.
“Il conto potrebbe salire ancora – ammonisce il presidente provinciale, Claudio Valente – perché il bilancio che la nostra associazione ha stimato con la propria rete di monitoraggio, formata da un migliaio di delegati sulle 103 sezioni della provincia di Verona, non tiene conto di questi ultimi giorni di pioggia”.
Pioggia e non solo, visto che nell’alluvione che ha sommerso l’area est della provincia, c’è stata anche una vittima.
Il maltempo in cifre è un bollettino da patibolo, perché gli 800 millimetri di pioggia che da gennaio a metà maggio sono caduti sul territorio (praticamente quanto le precipitazioni medie di un anno), comporteranno una perdita secca di almeno il 30-50% delle produzioni, assicurano Valente, il suo vice Davide Ronca e il direttore, Pietro Piccioni. Senza dimenticare il forte rischio speculativo che potrebbe accendersi nelle prossime settimane.
Mappali alla mano, la Coldiretti ha fatto i conti di quanto è stato seminato, delle colture primaverili: il 60% del mais, il 10% della soia, il 20% del riso e del tabacco, il 60% della barbabietola, l’80% delle patate e del melone, il 50% delle fragole e il 40% del pomodoro da industria.
Ma anche dove è stato possibile seminare, le previsioni non sono rosee. “Gli asparagi stanno finendo il loro ciclo sott’acqua – dichiara Valente – e per il caratteristico compattamento dei terreni di questa coltura, i problemi legati alla pioggia si trascineranno anche nel 2014. Così i foraggi hanno dato problemi nel primo taglio maggengo, per chi è riuscito a falciare”.
Danni “in progress”, come specifica il direttore di Coldiretti Verona, Piccioni, per i frutteti: melo, pero, pesco, albicocco, ciliegio. E molte superfici coltivate a kiwi sono state estirpate per il proliferarsi della batteriosi.
Scontata la richiesta dello stato di calamità, ”per difendere aziende che versano in gravissima difficoltà e che quest’anno non avranno reddito”, ribadisce Valente.
Insomma, il bilancio rischia di essere in profondo rosso, tanto che si rende urgente “che la Regione Veneto sblocchi quei 10 milioni di euro messi da parte per fronteggiare i danni della siccità di un anno fa”, incalza il numero uno del sindacato agricolo.
A margine della conferenza stampa, il direttore di Coldiretti torna su un nervo scoperto per la provincia di Verona. “Il progetto relativo al nuovo bacino di laminazione di Montebello Vicentino non ha ancora avuto l’assegnazione dei fondi – accusa Pietro Piccioni – ma ormai possiamo parlare di un cambiamento climatico in atto e di problemi legati al maltempo che possono essere previsti. Se non si provvede a realizzare le opere infrastrutturali idonee, parte della provincia di Verona continuerà a finire sott’acqua. Ciò significa che potremmo a questo punto chiedere i danni alla Regione Veneto per non aver adempiuto a costruire un’opera necessaria per la sicurezza dei cittadini e la sopravvivenza dell’agricoltura”.