"Se iniziative come Cantine aperte cercano di diffondere la cultura del consumo responsabile del vino, l’aumento dell’aliquota rischia – sottolinea la Coldiretti - di dare il colpo di grazia agli acquisti sul mercato nazionale che sono scesi al minimo storico dall’Unità d’Italia. In una decade, gli italiani hanno detto addio ad un bicchiere di vino su quattro, tanto che i consumi nazionali sono scesi ad appena 22,6 milioni di ettolitri, rispetto ai 29 milioni di ettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3 milioni di ettolitri della Francia che detiene il primato mondiale. L’Italia - precisa la Coldiretti - è addirittura tallonata da vicino dalla Germania e soprattutto dalla Cina con un consumo interno di 18 milioni di ettolitri in rapida crescita (+9%)".
L’Italia resta però il maggior esportatore di vino nel mondo dove quasi una bottiglia scambiata su cinque è made in Italy. Con un valore record delle spedizioni di 4,7 miliardi di euro nel 2012, il vino si classifica come il prodotto agroalimentare italiano più esportato nel 2012. "Negli Stati Uniti il vino italiano - sottolinea la Coldiretti - supera lo storico tetto di un milione di euro in valore, con un aumento del 6% mentre un incremento a due cifre si registra in Cina, dove le bottiglie tricolori stanno conquistando sempre più spazi di mercato (+17%, da 66 milioni a 77 milioni)". Coldiretti sottolinea inoltre che l'Asia si è rivelata terra di conquista per i prodotti italiani, con un aumento netto del 20%, mentre si registra un aumento del 4% in Germania, secondo mercato dopo gli Usa, del 5% in Gran Bretagna e dell’11% in Canada; c’è un calo del 15% invece in Russia.
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Fonte: Coldiretti