L'allarme viene dalla Cia - Confederazione italiana agricoltori a commento delle previsioni economiche Istat per il Paese.
Secondo la Cia, sono oltre 500 mila le imprese agricole che hanno chiuso negli ultimi dieci anni; particolarmente colpite sono quelle nelle zone di montagna e svantaggiate. Soltanto nel primo trimestre del 2013 più di 13 mila sono andate fuori mercato.
"Il rischio - riporta Politi - è che nei prossimi quattro-cinque anni altre 250 mila aziende rischiano di chiudere i battenti. Senza interventi realmente propulsivi, soprattutto sul fronte del costo del lavoro, sarebbe una tragedia per l’intero settore”.
"L’intero arcipelago agricolo italiano segna ‘rosso’ - spiega Giuseppe Politi, presidente della Cia - Dai cereali all’uva, dall’olio d’oliva all’ortofrutta, dalla zootecnia da carne al florovivaismo, al latte, è uno scenario sempre più allarmante. Servono interventi urgenti, straordinari e concreti. Da parte del nuovo governo attendiamo, quindi, una maggiore attenzione nei confronti del settore primario. Occorre un vero cambio di marcia rispetto al passato”.
“Per tale motivo - conclude Politi - rinnoviamo il nostro appello al presidente del Consiglio e al neo-ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo affinché sui temi agricoli si apra subito un serrato confronto, in maniera da individuare le direttrici migliori per assicurare un futuro di certezze alle tante aziende che operano in affanno e con la prospettiva della chiusura. E questo vale ancora di più in una fase molto delicata in cui si sta sviluppando a livello Ue il decisivo negoziato sulla riforma della Politica agricola comune”.
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