Materie prime a basso costo e metodi di produzione fraudolenti sono le leve che muovono il mercato degli oli anomali. Questi due fattori rispondono alla richiesta di prodotti da consumo a costi incredibilmente bassi. Il prezzo, allora, diviene l’elemento spia su cui basare azioni di controllo”. Lo ha dichiarato Massimo Gargano presidente di Unaprol al convegno: "Strumenti e metodi per la tutela dell’olio extravergine di oliva" promosso al Sol di Verona dall’Inea.

L’Istituto ha avviato, su richiesta dell’Icqrf del Mipaaf un progetto innovativo di ricerca antifrode che coinvolge Unaprol, realtà dell’associazionismo nel settore dell’olio d’oliva. Sarà messo a punto un sistema di allerta per la prevenzione del rischio di frodi tramite il monitoraggio dei prezzi dei prodotti oleari commercializzati con potenziali ribassi anomali.

Nel sistema, il prezzo al consumo viene individuato come indice principale di anomalie nel settore e utilizza come input una serie di dati, quali: costi di produzione e certificazione, prezzi al mercato all’origine, margini di costi per la distribuzione. Il software restituisce una proiezione del prezzo al consumo che, quando risulta più alto dell’effettivo prezzo del prodotto al punto vendita, produce una segnalazione d’allarme per l’Icqrf. Il paniere di prodotti bersaglio sul quale si è partiti per il monitoraggio del prezzo è costituito da oli 100% italiani e oli mediterranei. I prezzi dei prodotti saranno rilevati nei principali mercati all’origine italiani, merce nuda (Iva esclusa), che sono: Puglia, Calabria, Lazio, Marche, Sicilia, Toscana, Umbria e Liguria.

Il software individua prodotti con ribassi anomali da tenere sotto osservazione e discriminare segnali di rischio vero da falsi allarmi verificando la relazione al contesto temporale e geografico e monitorare la frequenza degli eventi fraudolenti. Il sistema è già in rodaggio su alcune aree scelte nel Nord, Centro e Sud Italia. Dopo un periodo di sperimentazione sarà ampliato a tutto il territorio nazionale. La procedura prevede anche l’analisi delle etichette e la verifica della loro rispondenza alla normativa vigente. Quelle non a norma saranno riportate in una banca dati che sarà utilizzata per un’analisi delle principali irregolarità riscontrate.

Gli illeciti maggiori registrati finora si riferiscono alla presenza sul mercato di oli spacciati per extravergine ma che in realtà si rivelano essere di categoria inferiore o di prodotti falsamente dichiarati di origine italiana o biologici.