A queste domande dà risposta primo questionario nazionale sullo spreco domestico in Italia, ideato e realizzato da Last Minute Market e Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna, con il servizio scientifico interno della Commissione europea.
Un’iniziativa che si affianca alla costituzione di Waste Watchers, il primo Osservatorio nazionale sugli sprechi a breve attivo per iniziativa di due Dipartimenti dell’Università di Bologna (Scienze e tecnologie agro-alimentari e Statistica).
Il Questionario è stato lanciato online in novembre 2012 ed è rimasto accessibile per un mese. I dati raccolti sono stati analizzati da docenti e ricercatori dell'Università di Bologna. L’indagine è stata compilata parzialmente da 3.590 persone, ma compilata interamente da 3.087 persone. Il 65.3% delle persone che lo hanno compilato sono donne, il 34.7% uomini.
Il 60% degli italiani getta il cibo almeno una volta a settimana e il 48% lo butta nella spazzatura, anzichè riutilizzarlo in compost o per nutrire animali, come dichiara di fare il 20% circa, e soprattutto anziché donarlo, come solo il 4% degli intervistati dichiara di fare.
Dall'analisi emerge che settimanalmente il 64% degli italiani spreca da 0 a 5 euro e il 22,52% da 6 a 20 euro. Il 3% spreca in cibo settimanalmente oltre 20 euro.
Notevoli, con una precisione del 70% circa, le correlazioni fra tipologia di consumo e propensione allo spreco: la predizione è il frutto di un modello statistico che mette in relazione la variabile dicotomica “molto cibo-alcun cibo nella pattumiera” con le altre informazioni desumibili dall’insieme delle risposte date dai singoli intervistati. Volendo semplificare, per certi versi, dimmi come mangi e ti dirò se sprechi, e gli acquirenti di cibi snack e carne rossa o pollame sembrano poter incorrere più facilmente nello spreco del cibo. Nel modello entra anche in gioco, finalmente e naturalmente, il fattore localizzativo del rispondente. Ad esempio, se si tratta di intervistati di alcune regioni del Sud la probabilità ancora una volta aumenta.
Le cause dello spreco
Già, ma perché il cibo si butta ? Il 40% degli intervistati dichiara di sbagliare nella conservazione e gestione delle scorte di cibo mentre un secondo livello (con percentuali intorno al 20%) assume ragioni legate alla gestione del cibo cucinato o al bilanciamento fra acquisto e numero di pasti da preparare. Una segmentazione automatica mediante tecniche statistiche di clustering ha portato all’individuazione di sette gruppi naturali di rispondenti, rappresentati sulla base delle “possibili cause dello spreco” e di caratteristiche collegate.
Le cause dello spreco
Il peso della crisi
Il 52% delle persone che hanno compilato il questionario dichiara di gettare meno cibo di due anni fa, mentre il 28% non ha variato la sua abitudine.
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Fonte: Last Minute Market