Una delegazione di operatori formata da produttori vinicoli del Paese e da Veronafiere è stata ricevuta per la prima volta nella sede del Congresso degli Stati Uniti, a Washington. Ad accogliere la spedizione, introdotta dall'ambasciatore italiano Claudio Bisognero, i 200 membri del Congresso che costituiscono la Wine Caucus, commissione che dal 1999 si occupa dei regolamenti federali sul mercato del vino all'interno dei 50 Stati americani.

Obiettivo dell'incontro, la presentazione di alcune delle più note aziende vinicole del Paese che esportano negli Stati Uniti. Ad accompagnarle Veronafiere, nella veste di organizzatore di Vinitaly, il salone internazionale dedicato ai vini e ai distillati che nell'edizione di quest'anno ha richiamato per quattro giorni a Verona 4.200 espositori e 140.000 operatori, di cui il 35% esteri da 120 Paesi. Con l'occasione si è discusso degli scenari presenti e futuri del comparto vinicolo statunitense, fortemente influenzato dal prodotto italiano che costituisce un terzo delle importazioni totali, sia per quantità che valore.

Negli Stati Uniti l'industria vinicola ogni anno muove 162 miliardi di dollari, dando lavoro a oltre 1 milione di persone. Ma Oltreoceano dimostrano di apprezzare anche le etichette italiane: il mercato Usa è tra quelli di riferimento per l'export tricolore, al terzo posto dopo Germania e Inghilterra. Nel 2011, verso gli Stati Uniti sono stati esportati 2,5 milioni di ettolitri di vino made in Italy (+13% sul 2010), per un controvalore di 1 miliardo e 248 milioni di dollari, in crescita del 16% sull'anno precedente.

Una conferma del valore strategico degli Stati Uniti per le cantine italiane è arrivata anche dal direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: "ll mercato statunitense – ha commentato – va costantemente presidiato per mantenere le performance raggiunte. Per questo Veronafiere attraverso i propri marchi forti quali Vinitaly e il suo World Tour, è presente da molti anni sulle maggiori piazze mondiali con eventi, workshop, educational, incontri btob, btoc e un'intensa attività di tessitura di rapporti politico-istituzionali internazionali a favore del sistema Paese e del comparto enologico in particolare".

Il presidente delle Cantine Ferrari, Matteo Lunelli, invece, ha spiegato la storia di successo italiana come un fenomeno culturale: "Credo – ha detto –  che l'affermazione del vino italiano negli Usa sia dovuta al fatto che sono sempre più gli americani apprezzano la storia, la moda, il design e l'enogastronomia del nostro Paese".