La relazione del presidente Sergio Marini ha aperto l'Assemblea nazionale della Coldiretti che si è aperta tenuta ieri 5 luglio al Palalottomatica di Roma. Di seguito alcuni estratti dalla sua relazione.

 

Uscire dalla crisi: la strada italiana

"Noi rappresentiamo un'idea di crescita e di sviluppo completamente diversa da quella dominante: l'Italia e il suo futuro sono legati alla capacità di tornare a fare l'Italia, cioè di essere l'Italia della grande creatività, delle piccole e medie imprese agricole, artigiane, manifatturiere" ha detto Marini. Buon cibo  e agroalimentare di qualità, turismo, arte e bellezza, innovazione intelligente fanno diventare il territorio una miniera di opportunità da cui ripartire per affrontare la competizione globale senza timore, secondo un modello di sviluppo sostenibile e compatibile con la salvaguardia di un capitale umano e sociale.

"Il modello delle economie di scala e le leggi del Pil e della finanza da sole stanno impoverendo le nostre famiglie e i nostri territori spingendo a produrre al minor costo senza tenere in alcuna considerazione il prezzo sociale, ambientale ed etico che provocano. Un'agricoltura fatta di dialogo con la società attraverso la vendita diretta e di risposte concrete alle sue scelte di consumo sempre più consapevoli, racconta che si può generare nuova economia e nuova occupazione arricchendo nel contempo la comunità, garantendo la nostra gente prima come cittadini e poi come consumatori". 

"E' tempo – ha concluso Marini – di ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale". Tutti elementi che, insieme a salute, concetto di sussidiarietà, condizioni di lavoro ‘dignitose' , reddito equo, sono alla base della stabilità e quindi della ripresa.

 

Puntare sull'agroalimentare, un modello vincente

"L'agroalimentare italiano è un riferimento per individuare strategie di sviluppo per l'intero Paese: il modello agricolo italiano è infatti vincente nel mondo dove ha conquistato primati nella qualità, tipicità e nella salubrità delle produzioni" ha detto Marini, sottolineando che il valore aggiunto per ettaro di terreno (cioè la ricchezza netta prodotta per unità di superficie) dall'agricoltura italiana è praticamente il doppio di quella di Germania, Francia e Spagna e il triplo di quella inglese. Quello agroalimentare è un settore che, ha sottolineato Marini, "rappresenta il 15% del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro".

Nel ricorda che la "mercificazione del cibo" costringe un miliardo di persone a soffrire la fame, Marini ha aggiunto: "E' sul valore del cibo come bene comune e della produzione agricola come sua premessa primaria che si basa il nostro progetto a sostegno dell'agroalimentare italiano". 

 

Spending review, meno burocrazia

Secondo Coldiretti gli adempimenti burocratici tolgono all'attività di impresa 100 giorni l'anno. Nel suo intervento Marini ha auspicato che con la nuova spending reviw vadano eliminate quelle pratiche "la burocrazia si inventa per giustificare se stessa", senza ovviamente toccare quelle che garantiscono la sicurezza alimentare ed ambientale delle produzioni.

 

La politica e la crisi

"Si dice - ha detto Marini - che stiamo vivendo una crisi finanziaria economica globale: questa è una "non verità" perché quella che stiamo vivendo è una crisi "politica globale". La responsabilità è infatti della politica che ha fatto un passo indietro, accettando la globalizzazione dei mercati senza globalizzarsi: l'idea infatti che il mercato si sarebbe autoregolamentato è stata puntualmente smentita dalla storia". Marini ha quindi sottolineato l'importanza di una "buona politica", che sappia intervenire tempestivamente, che sia rivolta al fare, che ritrovi una salda visione etica.