Le sfide che attendono il sistema della cooperazione agroalimentare sono state al centro del congresso di Legacoop Agroalimentare Nord Italia che si è tenuto a Bentivoglio, vicino a Bologna, il 28 febbraio 2012.

Al dibattito, coordinato dal giornalista Emilio Gelosi, hanno preso parte Giovanni Luppi, presidente di Legacoop Agroalimentare nazionale e vice presidente di Grandi salumifici italiani, Paolo Cattabiani, presidente di Legacoop regionale, Tiberio Rabboni, assessore regionale all'Agricoltura, Pierluigi Stefanini, presidente Unipol, Giuseppe Politi, presidente Cia e Roberto Fanfani, docente di economia agraria dell'Università di Bologna.

Nonostante il protrarsi di un periodo di crisi e stagnazione dei consumi, la cooperazione agroalimentare gode di buona salute.
Di più: "E' composta da imprese forti e dinamiche – ha detto Luppi – che stanno riorganizzando e ampliando la propria presenza in un settore ancora frammentato". Tra gli esempi, le recenti acquisizioni di Latbri da parte di Granarolo, di Alcisa e Gait da parte di Grandi salumifici Italiani, di Castelcarni da parte di Unipeg, di Cavicchioli da parte del Gruppo Italiano Vini. "Sappiamo di potere fare di più - ha continuato Luppi - anche ampliando la platea dei produttori organizzati nelle cooperative: oggi sono il 36%, il nostro obiettivo è arrivare in tempi brevi a organizzarne il 60%".

All'incontro di Bentivoglio si è parlato anche di quali politiche possono essere messe in campo per superare le difficoltà economiche, finanziarie e di mercato.

Rivolgendosi all'assessore Rabboni, Luppi ha invitato la Regione a emanare una legge specifica a sostegno della cooperazione agricola, "altrimenti – ha ricordato – il rischio è che un comparto che costituisce gran parte delle eccellenze emiliano-romagnole scompaia, perché non ci sono margini di guadagno per andare avanti".

Luppi ha ricordato che l'Istat ha censito 1.600.000 imprese agricole: "Tra queste – ha detto – c'è anche il mio orto… Se volessimo conteggiare le aziende agricole vere e proprie dovremmo parlare di 5/600.000 imprese al massimo. Eppure la burocrazia, quella pubblica e quella delle associazioni, i rimborsi, l'assistenza, sono calibrati su quel 1.600.000, dando luogo a sprechi e ridondanze che non ci si può più permettere e sottraendo risorse al sostegno delle vere imprese, dei veri agricoltori".

La cooperazione agroalimentare guarda con grande attenzione all'estero, dove il made in Italy è molto apprezzato: "Sono convinto – ha osservato Luppi – che dalla collaborazione più stretta con le altre centrali cooperative verrà una spinta positiva sia verso la concentrazione delle imprese, sia per aggredire con maggiore efficacia i mercati esteri".

 

La cooperazione alimentare nel Nord Italia

Aderiscono a Legacoop Agroalimentare Nord Italia – che comprende le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia- Romagna – 302 cooperative con un patrimonio netto di 1,6 miliardi di euro.

"Le cooperative più grandi – ricorda il direttore di Legacoop Agroalimentare Nord-Italia, Cristian Maretti –, pur avendo sede legale in Emilia-Romagna, hanno ormai la loro base sociale diffusa in tutte le regioni della Pianura Padana. Sono circa 75 mila i soci e 16.700 gli occupati nei principali settori e nelle produzioni specialistiche d'eccellenza. Il valore della produzione nel 2010 ha sfiorato i 6,257 miliardi di euro con un utile netto di 65,69 milioni di euro".

I principali settori di attività sono il lattiero caseario, le carni fresche e trasformate, l'ortofrutta fresca e trasformata, le grandi colture, i servizi all'agricoltura e la viti-vinicoltura e le cooperative che si occupano di forestazione, della gestione del territorio e della tutela ambientale.

Da tempo Legacoop Agroalimentare ha messo al centro della propria azione il grande tema della sostenibilità, ad esempio partecipando attivamente al Progetto Life Aqua sul risparmio e riutilizzo della risorsa idrica nei sistemi agricoli e alimentari.

 

Politi (Cia): 'Subito un Tavolo sull'agroalimentare'

"Apriamo subito un Tavolo sull'agroalimentare per affrontare i problemi del settore e per delineare un progetto in grado di dare nuove prospettive di rilancio e di competitività". Questa la proposta che il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi ha rivolto a Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, ricordando che "lavorare insieme e con azioni condivise significa sviluppare un'iniziativa capace di rafforzare gli strumenti necessari per un sano e duraturo processo di sviluppo".