Viene dalla Puglia, tra le capitali dell'eccellenza olivicola, la proposta di una petizione popolare per chiedere la riduzione del parametro comunitario degli alchil esteri nell'olio extravergine di oliva da 75 mg/kg a 30. Scopo, non consentire "le miscele fraudolente con olio lampante e deodorato", in modo da salvaguardare i produttori di olio extravergine d'oliva e i consumatori.

La petizione è stata presentata da Antonio Barile, presidente regionale della Cia - Confederazione italiana agricoltori, e Dario Stefano, assessore all'Agricoltura, nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.

Secondo i promotori dell'iniziativa, la soglia attuale degli alchil esteri è troppo alta (75 mg/kg, appunto, che può essere estesa fino a 150mg/kg) e consente di mettere in commercio con la dicitura 'olio extravergine d'oliva' anche oli extravergini ottenuti con miscele che possono contenere fino al 60% oli lampanti rettificati e deodorati.

La petizione parte dalla Puglia ma punta anche all'Europa: è stata infatti inviata al presidente della Commissione europea, José Barroso, al Commissario europeo all'Agricoltura, Dacian  ciolos, al presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, e al ministro delle Politiche agricole Mario Catania.

 

Unaprol: rivedere le norme sulle etichette

A Cia e Regione Puglia fa eco Unaprol: il limite "deve essere portato a 20mg/kg, perché questa è la soglia che è presente in un buon olio italiano prodotto da non più di 18 mesi".

L'Unaprol presenterà nelle prossime settimane una ricerca condotta da diverse università italiane, che fornirà le basi per un confronto con il mondo politico.

"Oggi - spiega Massimo Gargano, presidente del Consorzio olivicolo - c'è un problema di etichetta. E non solo per le bottiglie di extravergine d'oliva, ma anche per tutti gli altri prodotti che contengono olio. L'etichetta è obbligatoria, ma è scritta talmente piccola che spesso non è leggibile".

Secondo Gargano c'è stato "un furto sull'identità dell'olio made in Italy, con operazioni di marketing che mettono foto di colli umbri e toscani sulle bottiglie che se va bene contengono olio tunisino".

 

Coldiretti Puglia: 'Il regolamento 61 del 24 gennaio 2011 sugli oli è un bluff'

"L'entrata in vigore, a partire dal 1° aprile 2011, del regolamento 61 del 24 gennaio 2011 relativo alle caratteristiche degli oli di oliva e degli oli di sansa d'oliva e all'introduzione di metodi di analisi e di nuovi parametri dei metil esteri degli acidi grassi (Meag) ed etil esteri degli acidi grassi (Eeag), consentirà agli industriali di continuare ad imbottigliare olio che circolerà per 18 mesi: un'ennesima occasione persa per infliggere un duro colpo ai sofisticatori". 

Lo afferma il presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, che precisa però che l'impiego del metodo basato sulla ricerca degli alchil esteri e dei metil alchil esteri "può essere efficacemente utilizzato per mettere in risalto oli di scarsa qualità, ma non necessariamente oli deodorati, che non si formano come diretta conseguenza del processo di deodorazione degli oli, ma in seguito a fenomeni fermentativi e degradativi delle olive di scarsa qualità, danneggiate o stoccate in condizioni non idonee prima della lavorazione". 

"Il regolamento - spiega inoltre Antonio De Concilio, direttore regionale della Coldiretti - si è rivelato un bluff, in quanto il parametro di valutazione per scoprire la presenza di alchil esteri è rappresentato da un valore soglia talmente alto che di fatto non scoraggia la produzione di oli extravergini 'falsati'".