Il malaffare intacca il settore bio che in Veneto è apprezzato dalle famiglie per un valore di 324 milioni di euro, tanta è la spesa biologica annua calcolata da Coldiretti.

E’ questa l’amara conclusione dell’operazione “Gatto con gli stivali” condotta dalla Guardia di Finanza di Verona che ha portato all’arresto di imprenditori e funzionari avvezzi alla truffa alimentare e fiscale.

Quella veneta è una filiera di nicchia che tuttavia esprime in termini economici un rilievo assoluto, spiega Coldiretti, sono circa un migliaio le aziende impegnate seriamente nella produzione, mentre i trasformatori e gli importatori di prodotti bio sono più di 600.

La superficie biologica regionale è pari a 3.600 ettari e, a differenza di altre regioni, è rappresentata prevalentemente da colture di pregio ortofrutticole, viticole e anche a seminativo. Non mancano in questo capitolo le attività zootecniche dal latte,  carne fino alle uova. Un comparto reale, certo non inventato, sottoposto a controlli costanti su standard qualitativi già elevati.

"Gli agricoltori che scelgono il metodo biologico o biodinamico ne fanno una scelta etica - precisa Coldiretti - che niente ha a che fare con i milioni di euro conteggiati nelle tasche di gente senza scrupoli, come quella coinvolta nell’indagine".

"Queste vicende – continua l’associazione degli agricoltori - confermano oltre il buono e attento lavoro delle forze dell’ordine, l’assoluta necessità di etichettatura trasparente di tutta la produzione agroalimentare con regole uguali per l’intero territorio comunitario. Contro chi attenta alla salute e alla buonafede dei cittadini non c’è condanna adeguata", conclude Coldiretti che da tempo è impegnata nel rilancio del commercio di prossimità grazie alla rete di cento mercati agricoli a cui cominciano ad aggiungersi le botteghe di campagna amica che garantiscono un rapporto diretto tra produttore e consumatore che non è solo di mera compra-vendita ma soprattutto di fiducia comprovata.