Pac e zucchero: la filiera bieticola interviene. In una lettera indirizzata al ministro Romano, al  Commissario Ue e Antonio Tajani e ai deputati italiani del Parlamento europeo, Unionzucchero, l'Unione nazionale fra gli industriali dello zucchero, l'Anb, Associazione nazionale bieticoltori e il Consorzio nazionale bieticoltori, Cnb, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, hanno sottolineato la necessità di preservare le quote nazionali di produzione dello zucchero, così come regolamentate nel 2006.

"Si condividono gli obiettivi della riforma indicati dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea - scrivono -: garantire gli approvvigionamenti, evitare un'eccessiva volatilità dei prezzi, mantenere gli attuali livelli di sicurezza alimentare, preservare segmenti della produzione e dell'economia comunitaria , proseguendo nella crescita di competitività".

"Ciò che assolutamente non si condivide - chiariscono - è che fra gli strumenti proposti dalla commissione ci sia la soppressione del sistema delle quote nazionali di produzione di zucchero. Il settore bieticolo-saccarifero italiano ha garantito, anche in questi anni di crisi, una continuità di approvvigionamento del mercato nazionale che si è affiancata ai flussi di importazione, sempre più rilevanti, ma non sempre sufficienti rispetto alle necessità del consumo.
L'attuale regolamentazione, entrata in vigore nel 2006, ha mostrato una sufficiente flessibilità e adattabilità, consentendo alla Ue di rispondere prontamente all'evoluzione dei mercati mondiali, in particolare in quest'ultimo anno, caratterizzato da particolari turbolenze, con una tensione sui prezzi mai registrata prima
".

Il comunicato prosegue sottolineando l'inutilità di "procedere alla soppressione del sistema delle quote": senza garantire una migliore funzionalità del mercato dello zucchero - si legge nella nota - con certezza minerebbe nel profondo la sostenibilità della produzione di zucchero in Italia (oltre che in un gran numero di altri Stati membri), a tutto danno dell'economia, dell'occupazione e, in definitiva, degli stessi consumatori.
"Tale proposta ignora in modo clamoroso quanto già approvato a larghissima maggioranza dal Parlamento europeo con la relazione del maggio del 2011, dove afferma di essere favorevole alla proroga, quantomeno fino al 2020, del regime del mercato dello zucchero del 2006 nella forma attuale e chiede misure adeguate volte a salvaguardare la produzione di zucchero in Europa", oltre ad essere in aperto contrasto con le richieste unanimi delle Associazioni europee degli industriali, Cefs, dei bieticoltori, Cibe, e dei lavoratori, Effat, nonché che degli stessi Paesi, Acp.

"Pertanto - concludono le associazioni - riservandoci di formulare ulteriori considerazioni nel corso del dibattito politico che si aprirà, ribadiamo la necessità che il vigente sistema del mercato zucchero non venga stravolto e che vengano preservate le quote e i relativi 'diritti di produzione' a livello nazionale".