"La cooperazione è determinata a difendere le risorse che saranno destinate al settore primario dalla nuova Politica agricola comunitaria. Opereremo affinché gli interventi della Pac siano indirizzati in favore delle imprese che si aggregano, delle imprese condotte dai giovani e delle imprese che fanno parte di filiere strategiche per ciascuno Stato membro e che reggeranno meno all'effetto ridistributivo degli aiuti diretti come la zootecnia e l'ortofrutta trasformata".

Così Maurizio Gardini, presidente di Fedagri Confcooperative, nel corso della riunione congiunta dei Consigli nazionali delle organizzazioni della cooperazione agricola italiana, che si è tenuta ieri 14 luglio ed è stata dedicata all'esame delle proposte di modifica della Pac e coordinata dal presidente di Agci-Agrital Giampaolo Buonfiglio.

"Da sempre ribadiamo – ha continuato Gardini – che la nuova Pac debba dare ai produttori la possibilità di organizzarsi per rispondere ai bisogni del mercato e valorizzare le loro produzioni. In sede di riforma sarebbe necessario razionalizzare i processi produttivi e commerciali che riguardano l'intera filiera, riconoscendo alle Organizzazioni di produttori un ruolo primario nella commercializzazione e gestione del prodotto, quali misure necessarie per tutelare al meglio il reddito dei produttori".

Tra le questioni prioritarie che secondo Gardini dovranno essere al centro della nuova Pac post 2013 inoltre c'è "il tema della competitività del sistema agricolo, che va ridefinita con una contrattualizzazione stabile dei rapporti tra produzione/trasformazione e distribuzione". Servono poi strumenti per intervenire anche in stato di crisi, poiché – ha ricordato Gardini, citando il recento caso legato all'E. Coli – "Alle crisi, a nostro avviso, non si risponde solo con misure ad hoc ma con politiche integrate di lungo respiro tendenti a stabilizzare il mercato. Mai come in questi anni ci siamo trovati dinnanzi a fluttuazioni di prezzi così alti e a crisi contingenti di così forte veemenza".

Ad intervenire a conclusione dei lavori il presidente di Legacoop Agroalimentare Giovanni Luppi secondo cui "per contare di più in Europa nel negoziato sulla Pac ancora tutto in salita c'è bisogno di più coesione tra organizzazioni e istituzioni". 

"La cooperazione – ha concluso Luppi – è una forza straordinaria e strana: oltre ai nostri interessi abbiamo a cuore gli interessi del Paese. Eravamo e siamo convinti che occorra un lavoro di forte alleanza tra la cooperazione e le organizzazioni agricole: solo così facciamo l'interesse dell'agricoltura italiana".