In occasione della 62° assemblea di Fruitimprese, associazione delle imprese ortofrutticole aderente alla Confcommercio, si è svolto un convegno mirato ad approfondire la figura del consumatore e la sua percezione, con lo scopo di spiegare cosa c'è alla base della scelta del prodotto così da aumentarne la visibilità e migliorarne le strategie di marketing. 

"Le esportazioni di ortofrutta nel 2010 in Italia - ha osservato il presidente di Fruitimprese Gino Peviani - sono aumentate notevolmente, facendo segnare un saldo positivo per il commercio, tuttavia negli ultimi dieci anni nel nostro paese i consumi sono calati dell'11%, anche se il calo più significativo si è registrato dal 2001 al 2005. Ciò significa - ad avviso di Peviani - che è necessario tutelare il patrimonio rappresentato da questo settore, in quanto - ha avvertito - se non crescono i consumi ci troveremo ad affrontare grandi problemi in futuro". 

D'altra parte, "incrementando i consumi - ha affermato il presidente di Fruitimprese - si ha un ritorno diretto sulla salute dei cittadini e sui conti economici del Paese; ciononostante il ministero della Salute fa ancora troppo poco in termini di educazione alimentare, soprattutto rivolta ai giovani". 

Secondo Peviani, "c'è troppa ignoranza in tema, e di certo - ha dichiarato - la stampa non ci aiuta. Le imprese italiane - ha garantito - sono competenti e professionali, offrono certezza sui controlli sanitari e assicurano prodotti buoni e sicuri". 

Tra i problemi individuati dal presidente dell'associazione ortofrutticola nel corso della sua relazione, oltre al rapporto qualità-prezzo che "crea le maggiori tensioni sul mercato finchè l'orientamento sarà focalizzato solo sul prezzo", vi è, sul lato politico, "l'assenza di interlocutori stabili", poiché "l'attenzione è tutta su alcuni settori, in particolare sulla zootecnia e sul lattiero caseario", ha rimarcato Peviani riferendosi alla questione legata alle multe sulle quote latte. 

Infine, il presidente di Fruitimprese ha auspicato che si formi "un asse necessario tra comunità scientifica, imprese e governo per operare in sintonia su progetti di miglioramento del settore". Secondo il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, per l'ortofrutta il tema principale resta quello dell'organizzazione: "Non c'è dubbio che tutto è legato alla qualità, una condizione necessaria, seppur non sufficiente se presa in considerazione come unico elemento". 

"Ecco perché l'Unione europea, a differenza dell'Italia - ha dichiarato De Castro - sta vivendo una fase di 'ebollizione legislativa', puntando molto su questo aspetto, come dimostra il Pacchetto qualità concernente le norme Dop e Igp, le cui proposte sono finalizzate a rendere più forti i consorzi di tutela. L'Europa spinge infatti il settore agricolo a rafforzare le strutture private organizzate che si aggregano". 

Quanto alla Pac, de castro ha puntato l'attenzione all'importanza dell'imminente riforma, che "rimette in discussione tutti i 47 miliardi di euro destinati al primo pilastro, redistribuendoli nei paesi con nuovi criteri. Tra le superfici eleggibili - ha concluso - naturalmente ci sarà anche l'ortofrutta". 

Il coordinatore di Fruitimprese Carlo Bianchi, accennando ai risultati positivi del bilancio 2010 dell'associazione, ha ribadito come quello dell'ortofrutta è stato nel 2010 in Italia il primo settore nelle esportazioni, superando anche il vino, che "sicuramente - ha detto Bianchi - gode di maggior visibilità".