In Regione lo ricordano così: “Sarò in ufficio lunedì 26 pomeriggio e martedì 27”, aveva scritto ad alcuni colleghi prima di concludere la settimana di lavoro. Quei colleghi non lo rivedranno più, invece. Domenico Ferrari era nato a Piacenza il 24 novembre 1956. Laureatosi in Scienze agrarie all’Università del Sacro Cuore di Piacenza lavorava da tempo in Regione Lombardia e dal 15 marzo 1995 era un ispettore del servizio fitosanitario regionale. Profondo conoscitore della sistematica delle piante e della fitopatologia, oltre che della normativa fitosanitaria, prediligeva occuparsi degli aspetti organizzativi e di gestione delle problematiche fitosanitarie. In questo era un punto di riferimento per tutti i colleghi e spesso, di fronte a un problema particolarmente ostico, era per loro normale dire: "... bisogna sentire Ferrari", confidando sulla sua indiscussa competenza in materia. Competenza riconosciuta anche a livello internazionale, come dimostrano le frequenti partecipazioni a incontri istituzionali, a Bruxelles, o tecnici, in occasione di scambi culturali in Polonia e, recentemente, in Serbia. Per alcuni di quei colleghi era anche un amico in grado di esprimersi con generosità di fronte a qualunque problema, sempre trovando risposte o suggerimenti per superare le situazioni più diverse. Appassionato del proprio lavoro era anche impegnato nel sociale e come amministratore pubblico.

Più volte sindaco del suo comune, Agazzano, in provincia di Piacenza, ha sempre messo il massimo impegno al servizio dei propri concittadini. Alla famiglia riservava però le sue migliori energie: alla moglie Isabella, alla figlia Viola, da poco iscritta all’Università, al piccolo Daniele e al figlio maggiore Angelo, col quale condivideva la passione per le immersioni subacquee. Il 24 luglio, però, proprio nel corso di un’immersione nelle acque di Portofino, il destino lo ha tolto all’affetto dei suoi cari e alla vicinanza di chi lo ha conosciuto. I colleghi del “fitosanitario” lombardo vogliono oggi ricordarlo come uno di loro: amante della vita, impegnato a scrivere una delibera, a presenziare a un convegno o a occuparsi di uno dei piccoli o grandi problemi che amava sempre affrontare e risolvere.