Nato nel 2009 su iniziativa del ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Sistri – Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti si andrà a sostituire, per la gestione dei rifiuti speciali, al sistema cartaceo attuale strutturato in tre documenti: il Formulario di identificazione dei rifiuti, il Registro di carico e scarico e il Mud o Modello unico di dichiarazione ambientale.

Secondo il ministero - che al Sistri ha dedicato un sito: www.sistri.it - “il sistema semplifica le procedure e gli adempimenti riducendo i costi sostenuti dalle imprese. Gestisce in modo innovativo ed efficiente un processo complesso e variegato con garanzie di maggiore trasparenza, conoscenza e prevenzione dell'illegalità”.

Se tutto ciò è vero nelle intenzioni, i risvolti pratici all'applicazione del sistema, a pochi mesi dalla sua entrata in funzione (la dead line prevista per il comparto agricolo è il prossimo 12 agosto), destano perplessità tra le associazioni di categoria che rappresentano il tramite diretto tra mondo agricolo e istituzioni.

Valeria Sonvico, responsabile dell'area ambiente e territorio per Coldiretti Lombardia con estrema chiarezza e pragmaticità, spiega le prime difficoltà che sono emerse a breve distanza dalla chiusura del periodo a disposizione degli imprenditori agricoli per iscriversi al sistema (due le trance previste, una con scadenza 30 marzo e l'altra 29 aprile).
“Innanzitutto” spiega Sonvico, “come associazione di produttori agricoli siamo rimasti un po' sofferenti per quanto riguarda la campagna informativa nei confronti degli imprenditori; abbiamo dovuto concentrare tutto nell'arco di un mese e mezzo, uno sforzo non indifferente per andare a toccare tutte le imprese interessate che sono poi la maggior parte delle aziende agricole sul territorio. Inoltre” continua “ci siamo dovuti confrontare con il problema di fornire le giuste indicazioni ai possibili esonerati per via dei buchi legislativi ancora aperti”.
Punto, questo, molto controverso. L'articolo 1 del decreto ministeriale 17/12/2009 (subito integrato e modificato dal DM 15/02/2010) che ha istituito il sistema di controllo della tracciabilità, enuncia i soggetti per cui è prevista l'iscrizione obbligatoria al Sistri. E' inoltre prevista dall'articolo 7 l'esenzione per quanti rientrano nei termini di un conferimento saltuario indicato in 30 chili o litri per passaggio.

Il problema, come spiega Umberto Bertolasi direttore di Confagricoltura Lombardia, è che ad oggi ancora non è stato definito quanti debbano essere i passaggi anno per rientrare nella saltuarietà. “Crediamo” afferma Bertolasi “che le potenzialità del sistema siano buone, anche se il quadro di partenza è per noi di alta criticità; si pone innanzi tutto un problema di costi. Così come è strutturato il Sistri richiede un'iscrizione annua di 120 euro a prescindere dal quantitativo di rifiuti prodotto. Questo, per le piccole aziende agricole che con il vecchio sistema spendevano 70-100 euro totali è già un aspetto negativo. Va aggiunto” prosegue “che per il momento all'aumento dei costi non si accompagnano garanzie ulteriori, dal punto di vista dell'operatività, sulle corrette modalità di smaltimento. Inoltre, le interpretazioni del buco legislativo relativamente alla saltuarietà hanno portato ad avere situazioni disomogenee a livello provinciale. Sono stati siglati protocolli in cui venivano considerati saltuari fino a 4 conferimenti all'anno, corrispondenti a 120 chili anno di rifiuti. Non si tratta però” dice ancora Bertolasi “di una decisione comune a tutte le amministrazioni provinciali. La provincia di Rovigo, ad esempio, ha interpretato come saltuari fino a 6 conferimenti/anno, quella di Mantova non considera saltuario nemmeno un conferimento all'anno. E' una situazione da chiarire” afferma “speriamo che l'atto interpretativo del Ministero che stiamo aspettando, arrivi presto”.

Tra i servizi offerti dalle associazioni di categoria che stanno svolgendo un ruolo di primo piano, oltre a quello informativo, c'è anche quello di raccordo tra le Camere di commercio, il cui compito si concretizza nella distribuzione delle chiavette usb personalizzate (strumento di accesso al sistema la cui distribuzione dovrebbe concludersi entro il 12 luglio prossimo) e gli imprenditori agricoli.

“Stiamo anche valutando” spiega Sonvico “di istituire un servizio di gestione operativa del Sistri per quelle aziende che ci hanno dato la delega. L'azienda che non possiede un computer o non sa gestire un programma informatico può infatti avere dei problemi. Il Sistri prevede” continua Sonvico, “che dal momento in cui l'azienda produce il rifiuto entro 10 giorni debba farne registrazione sul sistema informatizzato. Quando poi il rifiuto viene movimentato, entro 4 ore si deve farne comunicazione al sistema inserendo il tipo e la quantità di rifiuto movimentato. Si tratta di un procedimento molto rigido per un comparto, al contrario, molto dinamico quale è quello agricolo".
"Per sgravare le aziende - sottolinea la responsabile di Coldiretti Lombardia - stiamo valutando di dotarci di una chiavetta mutliaziendale che contenga i dati delle aziende che decideranno di affidarsi a noi. Si tratta di un servizio che avrà un costo che vorremmo tenere allineato alle spese di gestione del MUD. Prima però di lanciare un servizio per cui ancora non sappiamo la reale entità del lavoro dobbiamo fare attente valutazioni”.

Per quanto riguarda la prevenzione dell'illegalità le associazioni sono nuovamente scettiche. “Purtroppo” spiega Sonvico “le piccole aziende con produzioni limitate che avevano capito l'importanza di smaltire correttamente pagando una quota minima, ora si ritrovano con l'obbligo del Sistri a subire costi che temiamo per qualcuno rappresentino una spinta verso la direzione opposta. Stiamo facendo una forte comunicazione” conclude, “ma speranza è che il limite che il ministero vorrà porre non sia dell'ordine dei 60 chili/anno nel qual caso sarà concreta la possibilità di vanificare anche il lavoro di sensibilizzazione che abbiamo fatto fin ora”.

Sulla questione è viva l'attenzione anche di Confai – Confederazione agromeccanici, che ha lanciato un appello al ministero per chiedere che le semplificazioni normative previste per le aziende agricole vengano estese anche alle imprese del comparto agromeccanico. “Riteniamo che il pacchetto delle semplificazioni predisposto per il settore agricolo – afferma il presidente Leonardo Bolisdebba trovare applicazione anche nei confronti delle imprese di meccanizzazione agricola che rientra a pieno titolo tra le attività agricole”.
“Siamo fiduciosi in una soluzione positiva ed equa per i contoterzist
i – dichiara il coordinatore nazionale di Confai, Sandro Cappelliniconsiderata l’attenzione prestata dal Ministro che ha accolto, già nei mesi scorsi, le richieste di proroga che la nostra organizzazione aveva inoltrato, per evitare che l’applicazione di una normativa, corretta nei suoi principi ispiratori, si trasformasse in un mero aggravio di burocrazia e di costi".