Il Monitoraggio indipendente dei residui, in sigla 'Mir', per la prima volta sposta su 'terzi' accreditati e qualificati il compito di verificare i residui del prodotto. Lo fa con un sistema efficace un ente riconosciuto a livello nazionale e internazionale, e con costi contenuti per la singola impresa agricola.
Il Mir si regge su due cardini: l’affidare il compito del prelievo e dell’analisi a 'terzi', appunto, indipendenti', e la creazione, grazie ad un ampio parco clienti, di una base dati credibile e fruibile dalle diverse parti interessate, non solo imprese agricole ma anche grande distribuzione e quindi consumatori.
Check Fruit Mir supera il classico problema che si pone alle imprese della filiera: la certezza che il piano di controllo sia ben progettato e correttamente eseguito. Capita infatti di vedere applicati piani di monitoraggio basati su un campione non significativo, così come metodi di prelievo dei campioni che compromettono la rappresentatività del campione stesso. Così come è frequente l’applicazione di spettri di analisi cosiddetti ‘multiresiduali’ che non tengono in alcuna considerazione gli effettivi principi attivi applicati alla coltura.
Check Fruit, essendo ente di controllo terzo, garantisce anzitutto l’indipendenza dell’operatore, e inoltre assicura la correttezza del piano di monitoraggio: principi attivi da ricercare per ciascuna specie, numero di analisi per specie e per anno, e così via, così come il corretto prelievo dei campioni e la scelta dei laboratori di analisi, scelti tra quelli accreditati ISO 17025 e verificati in modo continuativo.
Il Mir presenta ulteriori vantaggi: ottimizzare i processi significa realizzare economie di scala e distribuire i costi di analisi tra tutti i partecipanti e quindi diminuirli per la singola impresa agricola, mentre la stessa larga base di imprese partecipanti consente di creare una base di dati significativa sui residui nei prodotti ortofrutticoli, che diventa utile strumento di informazione quando si deve predisporre la strategia di ‘due diligence’ ossia di credibilità dell’azienda agricola nei confronti del suo cliente, applicata dalle aziende che partecipano alla filiera.
Le informazioni sui residui ricercati in un’ampia gamma di aziende e di prodotti sono quindi suddivise per coltura e area geografica, ed elaborate in modo da individuare i problemi “reali” di ogni singola coltura sul territorio.
Check Fruit è in grado di rilasciare alle imprese agricole partecipanti un “attestato di partecipazione” al piano di monitoraggio che può essere utilizzato sia come evidenza per la certificazione Eurep/gap (lo standard che si sono dati i produttori e distributori per valutare la sanità dei prodotti ortofrutticoli in materia di residui chimici) sia come certificazione da esibire al cliente – azienda di distribuzione. Le aziende produttrici e i loro clienti sono così in grado di soddisfare la crescente esigenza di sicurezza espressa dai consumatori appoggiandosi a un sistema affidabile, efficace e dal costo sostenibile.
Il Mir in pratica
Operativamente, il piano di monitoraggio Mir per il controllo dei residui di agrofarmaci sui prodotti ortofrutticoli, funziona in questo modo: ad ogni categoria di prodotti (specie) è assegnato un rating in funzione della loro rischiosità, basato su una valutazione dei rischi che tiene conto delle strategie di difesa comunemente adottate per le diverse specie. Tale rating viene rivisto di anno in anno dal Comitato tecnico-scentifico di Check Fruit, in funzione dei risultati analitici che via via si ottengono e delle informazioni di ritorno da cliente e parti interessate.
Sulla base dei risultati della valutazione dei rischi, eseguita da personale qualificato di CheckFruit, sono stati stabiliti gli spettri analitici – ossia l’elenco dei principi attivi da ricercare - per ciascuna specie. Il piano, che si sviluppa su un periodi di tre anni, si basa su un campionamento di una percentuale significativa di partecipanti al sistema, suddivisi per tipologia (aziende agricole, stabilimenti di lavorazione, distribuzione) e specie registrate.
Dopo il prelievo, ad opera di incaricati di Check Fruit, le copie del campione vengono tenute rispettivamente dal prelevatore, dal fornitore e dal laboratorio, che esegue l’analisi.
I risultati vengono valutati da un responsabile di progetto di CheckFruit al fine di accertarne la conformità agli Rma (Residui massimi ammessi) italiani e del paese destinatario. E’ anche possibile richiedere la verifica di conformità a disciplinari specifici (produzione integrata, biologico, specifiche del cliente, ecc.).
L’insieme dei dati raccolti viene immesso in una banca dati e, riesaminati periodicamente, rappresentano la base per il riesame del piano di controllo stesso e la predisposizione di strategie di intervento mirate a ridurre la probabilità del ripetersi di una non conformità.
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Fonte: CheckFruit