Nonostante il calo degli investimenti a livello globale, il settore AgriFoodTech italiano è attivo e il Demo Day 2025 di FoodSeed dello scorso 21 ottobre è stata la prova che le startup italiane hanno molto da proporre per innovare la filiera agroalimentare, italiana ma non solo. Una filiera che rappresenta un pezzo importante di Pil nazionale, pari a 707 miliardi di euro per circa 4 milioni di occupati. Un settore ancora molto tradizionale, che tuttavia, per affrontare le sfide che ha davanti, ha bisogno di innovarsi. E infatti, lo scorso anno sono stati investiti 103 milioni di euro. Noccioline se si guardano i numeri globali, ma fondamentali per mantenere vivo l'ecosistema italiano.

 

FoodSeed è parte della rete nazionale di acceleratori promossa da CDP Venture Capital SGR, nato con l'obiettivo di sostenere e far crescere nuove imprese ad alto contenuto tecnologico in ambito agrifood. Il programma è realizzato in collaborazione con Eatable Adventures, uno dei principali acceleratori globali specializzati in innovazione alimentare, e sostenuto da un network di partner di alto profilo come Fondazione Cariverona, UniCredit, Veronafiere, Università degli Studi di Verona e Confindustria Verona.

 

Il Demo Day 2025 ha rappresentato il momento conclusivo del percorso di accelerazione, in cui le sette startup selezionate hanno presentato le proprie soluzioni a investitori, imprese e attori della filiera agroalimentare. L'obiettivo è chiaro: innovare la produzione e la trasformazione alimentare italiana, puntando su sostenibilità, tecnologia e nuovi modelli di business.

 

Come ha sottolineato Alberto Barbari, Regional vp di Eatable Adventures, coinvestitore e gestore operativo di FoodSeed, "stiamo creando una nuova generazione di imprenditori in Italia, capaci di combinare scienza, visione internazionale e impatto reale per trasformare le idee in valore per la filiera agroalimentare, la ricerca e l'impresa".

 

Alberto Barbari, Regional vp di Eatable Adventures, coinvestitore e gestore operativo di FoodSeed

Alberto Barbari, Regional vp di Eatable Adventures, coinvestitore e gestore operativo di FoodSeed

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Prospecto, quando i trattori diventano "occhi" digitali

Tra le proposte più vicine al mondo agricolo c'è Prospecto, che punta a digitalizzare il monitoraggio del campo sfruttando i mezzi agricoli. Oggi in agricoltura operano milioni di trattori, attrezzature e rover, ma nessuno di questi strumenti registra in modo strutturato ciò che ha attorno. Prospecto ha ideato un sistema composto da una videocamera con intelligenza artificiale integrata, capace di riconoscere e analizzare immagini direttamente a bordo macchina.

 

L'obiettivo è triplice: rilevare in anticipo le fitopatie, stimare la produttività per singola pianta e identificare le aree meno performanti di un appezzamento. Tutto questo senza bisogno di passaggi aggiuntivi in campo: i dati vengono raccolti mentre il mezzo lavora normalmente.

 

"Ogni volta che il mezzo va in campo per una normale operazione, il nostro sistema acquisisce i dati, li elabora e li rende disponibili". Prospecto ha già firmato due contratti: uno con una realtà vitivinicola per il conteggio dei grappoli, l'altro con una multinazionale della meccanica agricola, interessata a installare il software sulle sue macchine. L'azienda punta a creare un vero e proprio database visivo del campo, da integrare con dati satellitari e meteo per sviluppare nuovi servizi di supporto decisionale e assicurativo.

 

Kymia, dallo scarto del pistacchio a una risorsa di valore

Il pistacchio di Bronte è un simbolo del made in Italy, ma pochi sanno che ogni anno la sua lavorazione genera oltre 400mila tonnellate di scarto: il mallo, la buccia esterna che viene spesso bruciata. Kymia, startup siciliana fondata nel 2022, ha deciso di valorizzare proprio questo sottoprodotto, trasformandolo in ingredienti ad alto valore per i settori cosmetico e nutraceutico.

 

"Pensate: centotrenta volte più antiossidante dei comuni prodotti sul mercato. Nessuno aveva mai registrato un valore simile", ha raccontato dal palco la fondatrice. Con un processo brevettato, Kymia ha realizzato Mactiv, un estratto glicerinato con efficacia clinicamente testata: riduce le rughe del 20%. Ma non è solo questione di bellezza. Il mallo ha anche proprietà antibatteriche e protettive sul fegato, con applicazioni potenziali nella nutraceutica e nel settore food & beverage.

 

L'azienda ha già avviato la produzione industriale in Sicilia e raccolto 800mila euro da investitori. Oggi guarda a nuovi mercati e nuovi ingredienti, mantenendo saldo il legame con territorio, scienza e industria.

 

Noiet, additivi naturali da fermentazione

La startup Noiet propone una tecnologia per sostituire gli additivi sintetici presenti in molti alimenti confezionati. La soluzione si chiama Noiferm, un ingrediente funzionale derivato dalla fermentazione di scarti di avena e riso provenienti dalla produzione di bevande vegetali.

 

Il prodotto migliora la conservabilità degli alimenti, aumenta l'apporto di proteine e fibre e riduce l'indice glicemico, tutto con un solo ingrediente e senza sigle misteriose in etichetta. "Se aggiungiamo solo il 4% di Noiferm a un pane confezionato, otteniamo +20% proteine, +18% fibre e -20% zuccheri".

 

Noiet si rivolge al mercato B2B come fornitore di ingredienti e sta già pianificando lo sviluppo di servizi su misura per i clienti ("fermentation as a service") dal 2027. Entro il 2025 punta a chiudere un round da 500mila euro per rafforzare R&D, ottenere certificazioni novel food e siglare le prime partnership industriali.

 

Bloxy, una barriera attiva contro l'ossigeno

L'ossigeno è uno dei principali responsabili del deterioramento degli alimenti. Per contrastarlo si usano spesso materiali plastici, non riciclabili. Bloxy, spinoff dell'Università di Bologna, ha sviluppato una barriera attiva biodegradabile che assorbe l'ossigeno residuo e blocca quello esterno. "Non solo proteggiamo dall'ossigeno che entra, ma assorbiamo anche quello che rimane all'interno della confezione".

 

Il materiale è trasparente, a base acquosa, compatibile con bioplastiche, carta e plastica, e offre prestazioni simili alle soluzioni tradizionali. Già testato con carne e formaggi, ha triplicato la shelf life rispetto al packaging standard.

 

Bloxy vuole iniziare vendendo il coating ai produttori di imballaggi, per poi sviluppare film e sacchetti branded. Il mercato del packaging alimentare è vasto e in evoluzione: oltre 20 miliardi il solo segmento delle barriere all'ossigeno. L'azienda sta ora raccogliendo 670mila euro per i primi piloti industriali.

 

Sono sette le startup accelerate da FoodSeed

Sono sette le startup accelerate da FoodSeed

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

PeelPack, bioplastica dalle bucce di patata

Dalla Svizzera arriva PeelPack, che trasforma gli scarti delle patate in pellicola compostabile per frutta e verdura. Il materiale è stato testato con partner come Migros ed è già compatibile con le linee di confezionamento automatizzate. "Ogni confezione realizzata con la nostra bioplastica estende la shelf life, riduce lo spreco e si composta senza impatto sull'ambiente".

 

Il team ha già avviato la transizione dalla fase prototipale alla produzione su larga scala. Con un mercato in crescita (6 miliardi entro il 2034 solo per il fresh food packaging), PeelPack punta a espandersi in Italia, Spagna e Francia, con un modello ibrido di vendita diretta e licensing.

 

Alma Serum: filtrazione circolare per il siero di latte

Il siero di latte è un sottoprodotto della caseificazione che genera alti costi di smaltimento e impatti ambientali. Alma Serum ha sviluppato un sistema di filtraggio basato su membrane elettrofilate nanotecnologiche, in grado di separare proteine e acqua. "Solo in Italia si producono 9 milioni di tonnellate di siero all'anno. Recuperarlo significa risparmiare fino a 1 miliardo di metri cubi d'acqua".

 

Le membrane, personalizzabili per composizione, sono riutilizzabili e possono essere trasformate in prodotti cosmetici come maschere viso. L'azienda sta avviando due piloti industriali: uno con un caseificio internazionale, l'altro con Enologica Vason per la filtrazione del vino. La raccolta in corso punta a 2 milioni di euro per creare un impianto R&D, ottenere brevetti e certificazioni.

 

Desidera: assicurazioni climatiche che agiscono prima del disastro

Il 93% dei comuni italiani è esposto a eventi alluvionali. Le polizze esistenti coprono raramente questi eventi e agiscono solo dopo il danno. Desidera propone un nuovo modello: assicurazione anticipatoria parametrica, basata su dati radar e satellitari. "Se prevediamo che in un'area pioverà oltre la soglia critica entro 72 ore, attiviamo l'intervento prima che arrivi l'acqua".

 

La piattaforma di Desidera identifica le soglie di pioggia critiche per ogni zona, allerta gli utenti e sblocca fondi preventivi per proteggere beni e infrastrutture. Già attiva in Myanmar con Mercy Corps, ha come clienti anche KPMG e Tokio Marine. Il modello di business prevede fee per la modellazione, abbonamenti per il monitoraggio e percentuali sui premi assicurativi.

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