Dalla fine di agosto tra le greggi della Sardegna ha rialzato la testa la febbre catarrale dei piccoli ruminanti, meglio conosciuta come blue tongue. Una vera e propria nuova epidemia, anche se al momento si presenta meno pericolosa di quella più recentemente registrata nel 2017.

Sulla diffusione del virus BTV e sullo stato della situazione zoosanitaria della Sardegna, AgroNotizie ha sentito il coordinatore per la blue tongue presso l'Azienda per la tutela della Salute della Sardegna: Mario Lai.

Dottore Lai, a che punto siamo con le vaccinazioni?
"A tutt'oggi resta importante la vaccinazione quale presidio di prevenzione, anche se tutt'ora le dosi non sono sufficienti a proteggere l'intero patrimonio zootecnico sardo. Posso confermare a riguardo che Regione Sardegna - Direzione generale assessorato Sanità - si sta attivando per reperire ulteriori 600mila dosi, a fronte di una situazione che vede ad oggi 1.639 focolai aperti".

Quali sono le zone maggiormente colpite?
"Attualmente il maggior numero di focolai si registra in Centro Sardegna e nel nuorese-oristanese. Pertanto, la nostra attività in questa fase è rivolta soprattutto all'attività clinica nei focolai".

Ma come è andata con le vaccinazioni, quelle previste dal piano vaccinale da attuare entro il 31 luglio, è vero che sono state effettuate in ritardo?
"Il piano vaccinale annuale era stato previsto a maggio dalla Direzione Generale della Sanità e riguardava le zone a più alto rischio indicate dall'Osservatorio Epidemiologico Veterinario regionale presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna e devo dire che, nonostante un certo ritardo, era stato comunque completato entro agosto. Al momento sulle vaccinazioni vorrei aggiungere una cosa: devono essere somministrate lì dove c'è una situazione di rischio, ma non nei focolai, dove si rischia di contribuire all'insorgenza di sintomi in animali che sono già entrati in contatto con il virus".

Oggi però siamo in emergenza e si è detto molto su presunte carenze di personale di Regione Sardegna nei ranghi dei veterinari: come stanno effettivamente le cose?
"Le dico che attualmente l'Ats ha assunto 23 veterinari aggiuntivi rispetto alla pianta organica esistente con una stabilizzazione di rapporti preesistenti. Inoltre sono in corso altre assunzioni di personale con contratto a tempo determinato: il problema di carenza di personale va verso una soluzione e riguardava soprattutto la zona di competenza della Asl di Nuoro, dove oggi vi sono 568 focolai attivi".

Detto tutto questo, la situazione può dirsi sotto controllo?
"Dagli ultimi dati appare che il diffondersi dell'infezione stia iniziando a decelerare, questo significa che stiamo passando da incrementi esponenziali del numero di focolai e capi infetti ad una crescita più contenuta dei contagi: ma è solo il primo passo verso il contenimento dell'infezione. È da augurarsi che - con l'aumentare del patrimonio zootecnico vaccinato nelle zone a rischio e l'arrivo di temperature basse - possa in breve apprezzarsi un ulteriore miglioramento della situazione".

Il freddo ferma il Culicoides, l'insetto vettore, ma a quali condizioni?
"Una temperatura inferiore ai 12 gradi centigradi e che duri per più di dieci giorni, questa è la condizione perché il freddo possa dare una mano".