I prezzi del formaggio Pecorino romano Dop alla Borsa merci di Milano il 9 settembre scorso restano stabili e attestati ancora 6,60 euro al chilogrammo sui minimi e 6,90 euro sui minimi. Milano è la piazza scelta dall’accordo dell’8 marzo come più indicativa del prezzo del formaggio al quale - per consolidata consuetudine - si aggancia il valore del latte ovino, che resta così ancora inchiodato su valori modesti, rispetto a quelli necessari a garantire un conguaglio ai pastori.
Intanto, nella stessa giornata, a Cagliari l’assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna, Gabriella Murgia, ha incontrato alcuni attori del mondo agricolo sardo e ha convocato un nuovo incontro anche con gli industriali per il 17 settembre prossimo. Mentre non si registra ancora alcun atto formale e pubblico da parte di Agea volto ad indire l'asta necessaria al ritiro dal mercato del Pecorino romano, da destinare alla razione alimentare degli indigenti.
 

Prezzi medi del Pecorino romano oggi ancora sotto i 6,50 euro

Allo stato, il prezzo medio 2019 del Pecorino romano sulla piazza di Milano è attestato, secondo i calcoli del Clal, a 6,19 euro al chilo, mentre su base di campagna (novembre 2018 – ad oggi) il prezzo medio calcolato da AgroNotizie è di 6,12 euro al chilo. A questi valori – ove fossero trasmutati in prezzi medi ponderati - corrisponderebbero prezzi complessivi del latte ovino di poco superiori a 72 centesimi al litro ed inferiori a 76 centesimi. In pratica quasi non vi sarebbe il pagamento di un conguaglio attesi i prezzi dell'acconto: 72 centesimi per il latte di febbraio e 74 centesimi per i mesi successivi.
 

Sempre meno tempo per portare a casa il conguaglio

C’è a questo punto meno di un mese di tempo per portare i prezzi del pecorino a livelli tanto alti da poter obbligare i caseifici a pagare un congruo conguaglio sul prezzo del latte all’ovile da corrispondere ai pastori sardi a novembre, secondo l’accordo dell’8 marzo scorso.

Si è infatti ancora ben lontani dall’obiettivo di un prezzo complessivo da 1,02 centesimi al litro al netto di Iva. Questo perché per raggiungere questo valore del latte, occorre avere per abbastanza tempo un prezzo di mercato del Pecorino romano sufficientemente elevato, e tale da formare una media ponderata a fine ottobre di ben 8,50 euro al chilogrammo.

Non solo, più tempo passa con prezzi del Pecorino romano ancora bassi, e prezzi sempre più elevati dovrebbero conseguirsi nelle successive rimanenti sedute di Borsa merci a Milano per avvicinare il valore medio ponderato del formaggio a quello tale da assicurare un conguaglio consistente sul prezzo di acconto. I prezzi di acconto corrisposti - 72 centesimi sul latte di febbraio scorso e 74 centesimi sui mesi successivi – fanno sì che il conguaglio dovrebbe aggirarsi tra i 30 ed i 32 centesimi per raggiungere l’obiettivo di 1,02 euro al litro: cosa che oggi inizia concretamente ad apparire come un vero e proprio miraggio.
 

L'assessore Murgia convoca le parti per il 17 settembre

Pertanto, i segnali che giungono dalla Borsa merci di Milano non piacciono in Sardegna e proprio il 9 settembre l’assessore regionale dell’Agricoltura, Murgia, ha incontrato a Cagliari alcuni degli attori del mondo agricolo per fare il punto sulle problematiche del latte ovino. In attesa di approfondire il tema in un tavolo, convocato per martedì prossimo 17 settembre, allargato anche ai rappresentanti degli industriali e del mondo del credito (Abi e Sfirs), sono state avanzate alcune proposte finalizzate a dare soluzioni alle problematiche annose del comparto.

A cominciare da un gruppo di lavoro, formato da tecnici ed esperti dell’assessorato e delle Agenzie agricole (Agris, Argea e Laore), che sulla base dei dati relativi alla produzione e alla trasformazione del latte e delle indicazioni di tutti gli attori della filiera lattiero-casearia dovrà definire una linea comune di interventi.

“C’è un problema anche sociale - ha ribadito l’assessora Murgia - e uno dei nostri obiettivi dev’essere quello di garantire ai pastori la giusta remunerazione per il loro lavoro. Abbiamo chiesto numeri certi sulla produzione, che non ci sono ancora stati forniti, senza i quali è difficile stabilire una strategia efficace. Ecco perché – ha sottolineato la Murgia - è necessario non perdere tempo e recuperare il lavoro fin qui fatto dai tavoli avviati in precedenza con i diversi attori della filiera, nei quali sono state approvate bozze di piani con molti punti già condivisi”.

Importanti novità sono in arrivo anche sul fronte del credito. “Stiamo definendo un accordo con l’Abi - ha spiegato Gabriella Murgia - per l’anticipazione dei crediti che gli agricoltori sardi vantano anche con i diversi soggetti pubblici, compresi quelli del comparto ovicaprino”.