La Sardegna è sconvolta dalla rivolta dei pastori. Ormai da giovedì scorso gli allevatori continuano a manifestare il proprio dissenso svuotando i propri contenitori del latte, ma anche bloccando Tir e autocarri carichi di derrate alimentari provenienti dal continente, come successo a Porto Torres.
E' scoppiata la rabbia, perché gli allevatori hanno trovato provocatorio l'atteggiamento dei trasformatori che, il 7 febbraio scorso, al tavolo del latte ovino, non hanno lanciato una controfferta rispetto ai 60 centesimi di euro al litro come prezzo minimo per il latte alla stalla, offerti dai trasformatori e seccamente respinto dalle controparti agricole.

Da qui una serie di plateali atti di protesta e in giornata di ieri, 10 febbraio, è partito l'appello alla calma del presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru e dell'assessore all'Agricoltura, Pier Luigi Caria, volto a tentare di placare gli animi, in attesa della riconvocazione del tavolo per mercoledì 13 febbraio, quando gli industriali dovrebbero finalmente formulare la controfferta.

Un appello che sembra però destinato a cadere nel vuoto, visto che Coldiretti Sardegna, con una nota di poche ore fa, ha definito anche le proprie proposte - 70 centesimi di euro in acconto come prezzo minino da ricontrattare ogni tre mesi - come datate, non più attuali e ha ritirato quindi la propria partecipazione dal tavolo del latte.
Le proposte sul prezzo minimo del latte erano state definite da Coldiretti a dicembre 2018.


L'appello di Pigliaru e Caria

"Ci appelliamo al senso di responsabilità di tutti i portatori di interesse del comparto ovicaprino, convocati attorno a un tavolo dalla Regione per trovare una giusta soluzione alla crisi del prezzo del latte, affinché non si abbandoni la trattativa". Così il presidente della Regione Pigliaru, e l'assessore Caria, ieri, in una nota stampa.

"Non lasciate il tavolo, fatelo per le decine di migliaia di famiglie che attendono le dovute risposte su un prezzo del latte inaccettabile - hanno aggiunto Pigliaru e Caria - Mettete e mettiamo tutti da parte i colori e le appartenenze, non lasciamo che le giuste istanze e le proteste degenerino in atti di violenza, guardiamo al raggiungimento di un obiettivo che deve portare a far aumentare nell'immediato il prezzo del latte pagato ai pastori, e a basarlo da ora in poi su parametri tecnico economici capaci di ridurre l'incertezza in cui vivono i produttori primari".

"Non perdiamo questa occasione storica - hanno proseguito - che permetterà per il futuro, attraverso il resto del documento d'intesa già condiviso da tutti, di governare questo settore che merita rispetto e riconoscimento della propria dignità di comparto produttivo trainante per la Sardegna".


La replica di Coldiretti Sardegna

"Coldiretti Sardegna per mesi e con proposte concrete ha cercato di trovare delle soluzioni per la grave crisi del settore ovino" esordisce una nota di Coldiretti di oggi.

"Lo ha fatto nei tempi giusti, quando ancora c'erano le condizioni minime per poter trattare ed evitare l'inevitabile e annunciata esplosione di rabbia di un settore al quale si proponevano e si continuano a proporre ad oggi, remunerazioni indegne, sotto i costi di produzione e illegali, visto che l'articolo 62 del Decreto legge n.1 del 2012 lo proibisce e sanziona - sottolinea Coldiretti, ricordando il dispositivo dell'articolo 62 del decreto poi divento Legge 24 marzo 2012, n. 27 che per l'appunto "vieta qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio: qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione".

"Come annunciato prima dell'ultimo tavolo, il tempo delle trattative è terminato - sottolinea la nota dell'associazione sarda - Le proposte di Coldiretti Sardegna ci sono e sono nel tavolo dell'assessorato da mesi e quindi datate, visto che oggi sono cambiate le condizioni".
A questo punto Coldiretti Sardegna, nel definire il tavolo inattuale, chiede agli industriali di formulare una proposta pubblica direttamente ai pastori.

"Per questo rispingiamo al mittente gli appelli alla responsabilità, che arrivano da chi ha risposto con il silenzio e l'indifferenza alle tante nostre proposte, arrivate già quattro anni fa, ad inizio legislatura - conclude Coldiretti Sardegna - quando in un momento di serenità per la filiera grazie ad un prezzo del latte e del Pecorino romano favorevole, avevamo proposto al presidente Pigliaru, la creazione di un Consorzio di secondo grado a capitale Sfirs per riunire tutte le cooperative ed avere un unico manager per tutte".