I camelidi da lana, come lama, alpaca e vigogna, sono stati il focus di questo convegno, in cui sono state affrontate tematiche come l'allevamento sostenibile e gli effetti dei cambiamenti climatici, la biodiversità e il miglioramento genetico degli animali, la produzione di fibra e di carne, le problematiche veterinarie, la nutrizione e la qualità delle fibre.
Per Gianni Berna, allevatore di alpaca dal 1997 a Umbertide, l'incontro è stato un momento importante di confronto, soprattutto per quanto riguarda le problematiche dovute ai cambiamenti climatici che si stanno avendo sulle Ande e alle opportunità che questi allevamenti potrebbero offrire sul nostro territorio.
Opportunità che sono prese in considerazione anche dal progetto Tessile umbro naturale, promosso dal Parco 3A-Pta di Bastia Umbra e che vede coinvolti varie realtà scientifiche e produttive della regione come l'Università di Camerino, l'Università degli studi di Perugia, Assocapana Srl, Maridiana alpaca Sas di G. Berna & C., l'azienda silvo pastorale di Valle Oblita, l'azienda agricola Bernardo Laureti, la società agricola La Fornace, Cardinali & C. Spa e Cia Umbria.
In particolare il progetto ha come obbiettivo quello di sviluppare tre importanti filiere agro-industriali: le fibre di origine animale con la lana d'alpaca, di mohair e di pecora sopravissana, le fibre vegetali come la canapa e le piante tintoree, in particolare il guado.
Un progetto, come ha spiegato Catia Mariani, direttrice della Cia Umbria, che vuole unire tradizione e innovazione per la produzione di filati 100% made in Umbria.