Sono i primi allarmi tempestivamente confermati dal centro di referenza nazionale per l'influenza aviaria presso l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie.
A questi due episodi ne seguivano nella seconda settimana di gennaio altri, sempre in volatili selvatici.
Colpito un allevamento
Il 21 gennaio il virus ha poi fatto ingresso in un allevamento intensivo di tacchini a Mira, in provincia di Venezia. Le analisi hanno confermato che anche in questo caso si era di fronte ad un ceppo, l'H5N8, ad alta patogenicità e subito sono scattate le misure di polizia veterinaria atte a prevenirne la diffusione.
Per gli oltre ventimila tacchini presenti è stato necessario l'abbattimento e contemporaneamente l'istituzione delle zone di protezione e di sorveglianza (3 e 10 chilometri di raggio) intorno al focolaio.
Secondo focolaio
A questo primo focolaio ne ha fatto seguito il 23 gennaio un secondo, sempre dello stesso ceppo H5N8. Come nel caso precedente si tratta di un allevamento di tacchini in Veneto, al confine fra Piove di Sacco e Campagna Lupia, nei pressi della laguna di Venezia.
Nei sei capannoni di questo allevamento sono presenti oltre 22mila capi.
Anche in questo caso si è reso necessario l'abbattimento di tutti gli animali e come sempre in questi casi anche la definizione delle aree di protezione e sorveglianza.
Interventi rapidi
La prontezza di questi interventi dovrebbe scongiurare l'ulteriore diffondersi del virus, ma è opportuno che gli allevamenti delle zone interessate seguano scrupolosamente tutte le misure di prevenzione che le autorità sanitarie suggeriscono in questi casi.