Granarolo e Coldiretti avranno una quota complessiva del 12,65 per cento e l’operazione, come informa un comunicato, avverrà attraverso un aumento di capitale sociale di 2 milioni di euro, interamente sottoscritto da Granarolo, in Coldiretti Brescia Hc, attualmente controllata al 100% da Coldiretti, che detiene il 12,65% della Cl Brescia.
Dopo l’aumento di capitale, Granarolo e Coldiretti controlleranno, con quote paritetiche del 50% ciascuna, il capitale sociale di Coldiretti Brescia Hc, che cambierà sia ragione sociale che nome, diventando Filab, Filiera latte Brescia. La partnership Coldiretti e Granarolo ha l’obiettivo di rilevare una partecipazione qualificata del capitale sociale di Cl Brescia.
Quando sarà completata l’operazione, Granarolo e Coldiretti, insieme a Bim (Consorzio comuni bacino imbrifero montano di Valle Camonica-Breno) e a Latte Brescia, controlleranno una quota pari al 24,37% della Centrale del Latte di Brescia, diventando il secondo azionista dopo il Comune. È la premessa per una scalata, tenuto conto anche dell’annuncio del premier Renzi di un imminente decreto che obbligherà i comuni a spogliarsi delle partecipazioni che non hanno finalità pubblica?
L’operazione si pone l’obiettivo di salvaguardare le eccellenze territoriali della Lombardia, valorizzandone le produzioni locali di latte fresco di alta qualità, in particolare a seguito della fine del sistema comunitario delle quote latte. Brescia, dai dati elaborati da Coldiretti, nel 2014/2015 ha prodotto 12 milioni di quintali di latte, pari all’11% della produzione lattiera nazionale, mentre la Lombardia ha raggiunto i 46 milioni di quintali.
“Con questa operazione intendiamo ribadire l’impegno di Granarolo per la tutela e la salvaguardia della filiera italiana del latte e dei sistemi agro-allevatoriali locali – ha commentato Gianpiero Calzolari, presidente della coop bolognese - coniugando il territorio nella prospettiva di consolidamento e crescita della più grande cooperativa lattiera nazionale”.
Soddisfazione anche da parte del presidente di Coldiretti Brescia e vicepresidente nazionale, Ettore Prandini. “L’operazione che abbiamo concluso sulla Centrale del Latte – ha reso noto – rappresenta l’esempio virtuoso delle potenzialità di un territorio quando agisce unito e in un’ottica di sistema. Il coinvolgimento degli agricoltori è un’assunzione di responsabilità ma anche la scelta di un’opportunità importante per la valorizzazione del vero made in Italy”.
La Centrale del Latte di Roma
Spostando l’attenzione nell’area della capitale, pochi giorni fa l’assessore all’Agricoltura del Lazio, Sonia Ricci, ha annunciato – incontrando gli allevatori Coldiretti a Maccarese - che “il progetto della Casa dell’Allevatore partirà entro il mese di giugno e sarà un progetto innovativo non solo per il Lazio ma per tutto il centro Italia, un luogo di aggregazione, di servizi e di offerte per i nostri allevatori. In questo contesto, troverà spazio anche l’Aral”.
Consapevoli delle difficoltà dei produttori ad ottenere un reddito, ha detto Ricci, “in conferenza Stato-Regioni abbiamo proposto insieme alla Lombardia il prezzo minimo garantito, per consentire un margine certo di guadagno agli allevatori, e abbiamo presentato come Regione Lazio una piattaforma condivisa e redatta con tutte le associazioni di categoria per azioni positive da intraprendere a favore del settore zootecnico”.
Confermato l’impegno della Regione anche per concordare con il Comune di Roma un percorso unitario, in grado di risollevare le sorti della Centrale del Latte.