Prezzi bassi e costi alti. Ne soffrono un po' tutte le produzioni agricole, e fra queste la filiera della carne bovina pare essere la più colpita. Colpa dei molti problemi che deve affrontare chi si cimenta in questa difficile attività, a iniziare dalla scarsa disponibilità di aree a pascolo alla mancanza di ristalli, di animali giovani da ingrassare. Così finisce che in molti casi la carne italiana nasce altrove (per lo più in Francia) per giungere nelle nostre stalle dove proseguire e terminare il periodo di allevamento e di finissaggio. Certo non mancano gli allevamenti a ciclo completo, relegati il più delle volte a terreni marginali dove il vantaggio del pascolo (quando c'è...) viene compromesso dalla mancanza di infrastrutture. Non stupisce allora se il numero degli allevamenti, anche di bovini da carne va progressivamente riducendosi, mentre per quelli che riescono a sopravvivere si riducono pericolosamente i margini.

 

Aiuti che non arrivano

Difficoltà che in molti casi si riescono a superare solo grazie ai sostegni, pur se modesti, messi a disposizione del settore. E' il caso dei 50 milioni di euro destinati agli allevatori di bovini e previsti dall'articolo 68 del regolamento Ce 73/2009. Una boccata d'ossigeno che però tarda ad arrivare mettendo a dura prova la pazienza (e la resistenza) degli allevatori. L'attesa si protrae dal 2009 e in questi giorni gli allevatori hanno puntato il dito contro Agea, indicata come la responsabile di questi ritardi.

 

La risposta di Agea

Non si è fatta attendere la risposta di Agea che ha affidato ad un suo comunicato il compito di puntualizzare la situazione. “L'importo unitario - si legge nel comunicato - da riconoscere per ciascun capo bovino ammissibile al beneficio della misura specifica, non può ancora essere stabilito dal coordinamento di Agea in quanto gli organismi pagatori non hanno ad oggi completato l'istruttoria sul numero dei capi ammissibili.” Solo a fine maggio, afferma la nota di Agea, la banca dati dell'Istituto Zooprofilattico di Teramo ha messo a disposizione degli organismi pagatori gli elementi utili per la determinazione dei capi ammissibili ad aiuto. “Fintanto che le operazioni di verifica non saranno terminate - continua il comunicato - il coordinamento di Agea non potrà definire l'importo a capo da erogare.” Ma non si dovrà ancora attendere molto. Questa ultima parte dell'iter burocratico dovrebbe, infatti, concludersi entro il mese di giugno. Poi toccherà agli organismi pagatori, cioè le Regioni oppure la stessa Agea per le regioni dove non sono presenti OP, mettere mano al portafogli, sperando che non aggiungano ritardo al ritardo.

 

La replica degli allevatori

La vicenda sembrerebbe dunque avviarsi alla conclusione, ma gli allevatori riuniti nel Consorzio Italia Zootecnica non sono per nulla soddisfatti. Il presidente del Consorzio, Fabrizio Barbisan, ha criticato con vigore l'aver atteso tanto tempo facendo trascorre tutto il 2010 senza che nessuno si premurasse di sollecitare e coordinare il flusso di dati necessario all'erogazione degli aiuti. Chi doveva preoccuparsi di organizzare il lavoro ed evitare ritardi nei pagamenti ha delle responsabilità delle quali tenere contovista anche - afferma Barbisan - la gravissima situazione economica in cui si dibatte la zootecnia bovina da carne in italia".