Finalmente per il stabilire il prezzo del latte si ricorre ad un indice che tiene conto dell'andamento del mercato e dei costi di produzione. Se ne parla da tempo e anche su Agronotizie a più riprese è stata sostenuta l'esigenza di ricorrere all'indicizzazione del prezzo del latte. Ora il prezzo potrà seguire gli andamenti del mercato e dare maggiori soddisfazioni a tutti, allevatori e industrie del settore. Avviene in Piemonte, regione che è solo al quarto posto (870mila tonnellate), nella produzione di latte, ma l'importante è che qualcuno abbia intrapreso questa via. Altri seguiranno, è solo questione di tempo. Nel raggiungere l'obiettivo un ruolo chiave è stato svolto dalla Regione Piemonte e dall'assessore all'Agricoltura, Claudio Sacchetto, che si sono adoperati per raggiungere questo risultato, con il quale è stata scritta “una pagina importante - ha detto lo stesso Sacchetto - per quel che concerne i rapporti all'interno del sistema lattiero caseario piemontese”.

 

I termini dell'intesa

L'accordo si basa sull'impiego di un paniere composto da 15 voci fra le quali figurano quotazioni nazionali e internazionali di prodotti caseari ed elementi che entrano fra le voci di costo nella produzione del latte. A cadenza mensile l'Osservatorio sul mercato dei prodotti zootecnici dell'Università del Sacro Cuore di Piacenza provvederà all'aggiornamento dei dati che costituiscono il paniere e alla definizione del prezzo del latte. A garanzia del regolare andamento dell'accordo vigilerà una commissione paritetica che avrà il compito di monitorare il meccanismo di indicizzazione e decidere gli eventuali aggiornamenti che si rendessero necessari.

Nel definire il prezzo finale del latte entrano poi in gioco parametri di qualità valutati anche in base alla destinazione finale del latte. L'accordo entra in vigore il primo aprile ed è stato sottoscritto per la parte industriale da Inalpi e dal Caseificio Pugliese. Soddisfazione da parte di Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri (finalmente tutte insieme...) che hanno siglato l'accordo in rappresentanza degli allevatori.

 

Il prezzo nel Lazio

Resta invece legato agli schemi tradizionali l'accordo siglato nel Lazio con la mediazione dell'assessorato all'Agricoltura, guidato da Angela Birindelli, dove allevatori e industrie hanno fissato a 42 centesimi al litro il prezzo del latte. Prezzo che sale di un centesimo per il prodotto di alta qualità. E' uno dei prezzi più alti pagati in Italia, ma nonostante questo non raccoglie consensi unanimi, tanto che già si parla di una riapertura delle trattative nel prossimo agosto. E chissà che in quell'occasione anche il Lazio segua l'esempio del Piemonte. Ma la vera svolta la si attende dalla Lombardia, dove si produce quasi la metà del latte italiano (4,3 milioni di tonnellate) e dove il prezzo è fermo sotto quota 40 centesimi al litro. Quando anche lì si passerà al prezzo indicizzato la “rivoluzione” potrà dirsi completata.