La produzione di carne bovina fa registrare qualche segnale di miglioramento a livello mondiale, ma non in Italia, dove il prezzo continua a cedere. Nel primo semestre del 2010, con la sola eccezione dei primi due mesi, i prezzi sono infatti diminuiti in media del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2009. Difficoltà di mercato che si protraggono da anni, minacciando la sopravvivenza dei pochi superstiti allevamenti italiani. E anche il 2009 ha visto la chiusura di altri allevamenti il cui numero si è ulteriormente ridotto del 2,3% portando la produzione di carne bovina a 1,4 milioni di tonnellate. Il minimo raggiunto negli ultimi dieci anni evidenzia, l'Osservatorio latte e carne di Cremona che ha anticipato i risultati delle sue analisi di mercato alla recente assemblea della Associazione italiana allevatori (Aia).
Numeri in flessione
L’analisi delle produzioni lorde vendibili ai prezzi base mette in risalto per il 2009 tutta la drammaticità attraversata dal comparto bovino: la quantità di carne ai prezzi base prodotta dai nostri allevamenti cala del 2,3% ma il valore della produzione scende ancora di più, superando il 5%, a causa del contemporaneo calo dei prezzi. Nel corso del 2009, prosegue inoltre la contrazione del numero di capi vivi da allevamento importati (-7,7%), una tendenza che non ha subito arresti dal 2007. Si va infatti affermando un processo di sostituzione tra l’importazione di animali da macello e l’importazione dei soli tagli più pregiati. In tema di importazioni, il Sud America si conferma come un mercato con un importante potenziale nella fornitura futura di tagli congelati, mentre, dopo la soluzione del contenzioso Usa-Ue sul commercio della carne, resta da vedere quale sarà il futuro ruolo del mercato statunitense.
La carne nel mondo
A proposito di mercati internazionali, i dati dell'Osservatorio evidenziano anche per il 2009 il primato statunitense nella produzione mondiale di carni bovine. La crescita maggiore è tuttavia appannaggio del Brasile la cui produzione è oggi di circa un terzo inferiore a quella statunitense, mentre solo sei anni fa la produzione brasiliana non era che la metà o poco più di quella Usa. Il Brasile si appresta a cogliere il miglioramento che dal marzo 2009 si è registrato sull'andamento mondiale del mercato delle carni bovine il cui indice Fao è passato da quota 117 del gennaio 2009 a quota 144 nel giugno 2010.
Male l’Europa
La ripresa registrata sui mercati mondiali della carne non è però riuscita ad influenzare i mercati europei, dove il 2009 si è chiuso con una flessione del 4,5% dei prezzi che si sono così riportati ad un livello intermedio tra il 2006 ed il 2007. Il 2009 si è tradotto in un ulteriore calo delle macellazioni di poco meno di due punti percentuali nell’Europa pre-2004, cui si contrappone invece un progresso dell’1,5% nei nuovi Stati membri.
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