Sarà un bilancio positivo quello con il quale il comparto avicolo italiano concluderà questo 2010. I consumi di carni di pollo, infatti, fanno registrare un apprezzabile aumento (+1,8% rispetto al 2009). In calo al contrario il consumo di carni di tacchino che registra una flessione del 2,7% rispetto alo scorso anno.
Il bilancio complessivo del settore avicolo nel suo complesso resta comunque in zona positiva con un più 0,3%. Sono questi i dati diffusi da Una, l’Unione nazionale dell’avicoltura, in vista delle prossime festività natalizie, che vedranno come protagonisti sulle tavole degli italiani 36 milioni di polli, due milioni di tacchini, un milione di capponi e mezzo milione di tacchinelle.
“Nel periodo natalizio – spiega il presidente di Una, Aldo Muraro - si registra, come di consueto, un forte aumento delle vendite dei prodotti tipici della tradizione culinaria italiana (sostanzialmente in linea con i dati 2009), come nel caso del cappone e della tacchinella. Il prodotto avicolo più venduto nel 2010, comunque, resta il pollo, apprezzato soprattutto per il rapporto qualità-prezzo”.
Conigli in difficoltà
Ma non tutte le carni bianche potranno salutare il 2010 con un bilancio positivo. E’ il caso della coniglicoltura che per gran parte di quest’anno ha visto gli allevatori lavorare in perdita a causa dei bassi prezzi di mercato, di poco superiori ad un euro. In questi ultimi due mesi il mercato, in concomitanza con l’aumento dei consumi, si è ripreso, portando le quotazioni sopra i due euro (sulla piazza di Forlì si è arrivati a inizio dicembre ad un massimo di 2,25 euro). Una boccata d’ossigeno per gli allevatori, che lamentano però di essere ai margini delle scelte di politica agricola e quindi privi di sostegni di fronte alle turbolenze dei mercati. Un problema che l’Anlac, l’Associazione nazionale liberi allevatori di conigli, ha ritenuto necessario portare all’attenzione del Parlamento europeo ricorrendo alla Commissione per le petizioni. L’audizione della Commissione si è tenuta l' 1 dicembre scorso accogliendo la petizione inoltrata dall’Anlac il cui scopo è stato quello di conoscere, da un lato, le ragioni che ritardano l’avvio di un’indagine antitrust nel mercato e, dall’altro, il ritardo nell’implementazione del Piano Nazionale di settore.
Secondo il presidente dell’Anlac, Saverio De Bonis, la Commissione “ha rilevato che ci sono dei problemi da indagare nella filiera cunicola italiana rispetto a presunte violazioni della normativa europea sulla concorrenza.” Dalla stessa Commissione potrebbe ora partire un invito alle autorità italiane per verificare le presunte violazioni alle norme sulla concorrenza.
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Fonte: Agronotizie
Autore: A G