"La proposta di riforma del latte, approvata a Bruxelles dalla Commissione europea, è sicuramente un passo avanti per raggiungere importanti provvedimenti per il settore, anche se alcuni aspetti vanno approfonditi e discussi". Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale "su un argomento così rilevante, oggetto di tensioni e proteste, e ormai in prossimità della cessazione del regime delle quote, occorre aprire un confronto serio nell'ambito della riforma Pac post 2013". 

Per la Cia, il rilancio del ruolo dell'interprofessione, previsto dalla proposta dell'esecutivo Ue, è fondamentale per il settore lattiero, soprattutto in quei Paesi come l'Italia dove questa risulta difficile e sporadica. In egual modo è importante tutta la parte riguardante le relazioni contrattuali tra produttori e trasformatori. Anche se la proposta di obbligatorietà dei contratti sarà facoltativa per gli Stati membri. Per questo la Cia auspica che l'Italia lavori in questa direzione per permettere agli allevatori relazioni contrattuali che li garantiscano nei loro rapporti economici con l'industria.

Uila: 'La proposta Ue è una strada da percorrere per tutto il settore agricolo'

"La proposta del commissario Ciolos sul 'Pacchetto latte' è sicuramente positiva perché mira a rafforzare il potere negoziale dei produttori salvaguardando al tempo stesso la concorrenza e gli interessi del mercato". E' quanto ha dichiarato il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza commentando la notizia dell'approvazione, da parte dell'esecutivo comunitario, della proposta sulle 'Relazioni contrattuali nel settore del latte'.

"E' una proposta positiva che indica la strada da percorrere per tutto il settore agricolo in quanto introduce importanti strumenti di gestione del settore lattiero-caseario che dovrebbero essere estesi anche a altri settori produttivi, a partire da quelli in crisi come l'olivicolo" ha proseguito Mantegazza. "Sarebbe utile rendere questa scelta obbligatoria da parte degli stati nazionali ma soprattutto rafforzarla, incentivandola adeguatamente anche attraverso una parte delle risorse da recuperare dal bilancio della Pac 2020. L'unico modo ragionevole per difendere gli anelli più deboli della filiera che va dal campo alla tavola - ha concluso Mantegazza - è proprio quello di confermare e rafforzare una serie di regole a livello europeo che assicurino certezze agli agricoltori".

Copagri: 'Galan convochi la filiera, le misure Ue sono insufficienti'

"Sollecitiamo il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, a convocare, al più presto, gli Stati generali dalla filiera al fine di definire una posizione univoca nazionale, in quanto nei prossimi mesi saranno definite le sorti del futuro dei produttori di latte, e più precisamente per l'Italia le sorti di 40mila produttori con un prodotto vendibile di 4 miliardi di euro che superano, al consumo, circa 15miliardi di euro". Lo ha dichiarato Roberto Cavaliere, presidente della Copagri Lombardia e responsabile nazionale del settore lattiero-caseario, a seguito dell'approvazione del "Pacchetto latte" da parte della Commissione europea. La Copagri, che insieme allo European milk board ha approvato il 3 dicembre la propria posizione in materia, ritiene infatti insufficienti le misure proposte e sottolinea che "per garantire il giusto prezzo ai produttori occorre un'agenzia di controllo e programmazione per verificare la filiera e i costi di produzione".

Confagricoltura: 'Un primo passo verso le relazioni contrattuali di filiera'

La Confagricoltura valuta come un primo e significativo passo avanti nella definizione di nuovi rapporti tra i soggetti della filiera del latte, la proposta di Regolamento sulle relazioni contrattuali nel settore, approvata dalla Commissione europea, che ora passa all'esame del Parlamento e del Consiglio Ue, in quanto "può migliorare la trasparenza, non sempre presente, nei rapporti mercantili". 

"La negoziazione su prezzi di cessione, calendari e volumi delle consegne e durata del contratto da parte delle organizzazioni dei produttori, in nome dei soci, può rappresentare - ad avviso di Confagricoltura - un valido strumento per razionalizzare e organizzare l'offerta. Rafforzare il peso degli allevatori all'interno della filiera è positivo -  sottolinea Confagricoltura per la quale è invece necessaria "grande cautela, sulla questione del superamento del regime delle quote; ciò proprio alla luce dell'estrema volatilità dei prezzi che hanno caratterizzato l'andamento dei mercati".