Crisi economica e consumo alimentare al centro del dibattito tenutosi nel Dipartimento Puy-de-Dôme della Regione francese dell'Alvernia a Clermont Ferrand. 

Alla tavola rotonda, organizzata dai francesi, c’era il presidente del Consorzio L’Italia Zootecnica e dell’Interprofessione, Fabiano Barbisan, assieme al presidente dell’Asoprovac spagnola. 

Base della discussione la Pac ed il futuro dell’allevamento bovino da carne. I francesi guardano con molta attenzione alla 'salute' dell’allevamento italiano perché, per il commercio di broutarde, giovanni ristalli da ingrassare, l’Italia rappresenta per loro il primo mercato in tema di esportazioni di bovini, con 870mila broutarde e 120mila bovini pronti da macellare. 

Salute precaria quella degli allevamenti italiani, presentata da Barbisan con un dato eloquente: perdite a capo bovino per i costi di produzione tra i 150 ed i 200 euro. 

Difficoltà confermata anche dall’indagine fatta in Italia dall’Istituto d’allevamento francese (Geb), presentata al convegno da Melanie Richard, che ha rilevato che la carne prodotta in Italia è più cara dell’8% di quella francese, del 12% di quella irlandese, del 15% di quella tedesca e del 20% di quella polacca. 

Barbisan, durante la tavola rotonda ha risposto alle varie domande del prof. Philipe Chalmin, dell’Università di Parigi, indicando le azioni inderogabili per mantenere in vita l’allevamento europeo ed in particolare quello italiano, per garantire la sicurezza alimentare sia in termini di approvvigionamento che di salvaguardia della salute dei consumatori: una politica comunitaria per incentivare l’allevamento della vacca nutrice, il mantenimento dei premi Pac al livello attuale, evitando per l’Italia l’ipotesi di regionalizzarli, 

rafforzare la comunicazione con i consumatori sia in tema di tracciabilità ed etichettatura delle carni bovine, fissare regole per la carne importata da Paesi Terzi, pretendendo il rispetto totale delle regole in vigore in Europa, compreso il benessere degli animali e la salvaguardia dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. 

Durante il convegno, nell’adiacente salone delle esposizioni, gli agricoltori dell’Organizzazione francese Fnsea, hanno vivacemente manifestato per lo stato di crisi in cui anche l’agricoltura francese si sta dibattendo.