Il prezzo del latte continua a scendere. E la rabbia degli allevatori (mista a preoccupazione) sale di conseguenza. Succede non solo in Italia, ma in tutta Europa, tanto è vasta la crisi che ha colpito il settore. C'è anche chi minaccia lo “sciopero del latte”, difficile però da attuare, perché le vacche vanno munte ogni giorno e il latte non si può buttare, tanto più che si trasforma in un inquinante. Che fare dunque? L'interrogativo non è di oggi e coinvolge tutti i Paesi della Ue. In Italia, ne abbiamo parlato anche su Agronotizie, si punta all'etichetta del latte e ad uno “scivolo” per consentire agli allevatori meno strutturati (e dunque con stalle non competitive) di uscire di scena senza troppi danni. Ma è come ammettere una sconfitta, mentre per l'etichetta con la provenienza ci sono davanti tempi lunghi. Bisogna infatti aspettare il via libera della Ue, che già si è detta poco favorevole all'idea.

 

Le misure proposte

Bruxelles intanto ha già proposto alcune misure, come la proroga al 2010 degli aiuti per l’ammasso privato del latte in polvere e del burro. Iniziative che premiano però le zootecnie del nord Europa e che non coinvolgono più di tanto l’Italia che di latte in polvere non ne produce. Più utile per noi è il possibile  ripristino (ma solo temporaneo) degli aiuti all’export dei prodotti lattiero caseari. Bene anche l’anticipo al 16 ottobre dei premi Pac, che altrimenti andrebbero in pagamento a fine anno.

La morsa della crisi è però troppo forte per essere superata solo con questi  interventi. Al Consiglio dei ministri agricoli della Ue del 7 settembre è così emersa la nuova proposta, sostenuta da 15 Paesi, Francia e Germania in testa,  di “congelare” l’aumento di quota programmato per le prossime campagne. Come se non bastasse, dalla Francia arriva anche l’idea di bloccare la compensazione nazionale, che in Italia porterebbe come conseguenza ad un aumento delle multe e del numero di allevatori coinvolti. Proposte per noi inaccettabili, specie dopo aver faticosamente raggiunto l’obiettivo di un aumento della quota nazionale sufficiente a mettere fine alla stagione delle multe.

 

Le richieste italiane

Ecco allora arrivare dall’Italia la contro-proposta di ripristinare l’aiuto all’ammasso privato dei formaggi, misura sostenuta dal presidente della commissione Agricoltura, Paolo De Castro, che su questo argomento ha presentato un emendamento votato all’unanimità dalla stessa Commissione. In ballo ci sono 120 milioni di euro di aiuti, 80 dei quali potrebbero interessare il mondo caseario italiano. La decisione ha subito trovato il plauso (e come poteva essere altrimenti) del mondo agricolo italiano. Un entusiasmo comprensibile, perché le sorti dei nostri formaggi e del nostro latte sono intimamente legati (oltre la metà del latte italiano viene trasformato), ma è presto per brindare. Ora il pacchetto delle proposte sarà prima all’esame della commissione Agricoltura per giungere infine alla votazione finale da parte del Consiglio dei ministri il prossimo 18 ottobre. L’Italia ha dalla sua parte solo Polonia e Spagna. Sarà necessario allargare il numero di alleati o rischiamo di trovarci senza ammasso per i formaggi e magari con le quote “congelate”.